La nostra posizione però non cambia: la legge è legge, e va rispettata, ma noi riteniamo quella norma ingiusta e scritta con i piedi.

In un breve comunicato stampa l’Ufficio comunicazione della Corte costituzionale ha anticipato la sentenza con la quale è stato dichiarato legittimo l’obbligo vaccinale per il personale sanitario e, di conseguenza, ineludibile l’obbligo di pagamento delle sanzioni ricevute da chi non abbia provveduto. Ma non solo.

Ricordiamo infatti che nell’aprile del 2021 il Governo Draghi impose anche l’obbligo di vaccinazione per tutti i cittadini al di sopra dei 50 anni d’età e introdusse il meccanismo del Green pass obbligatorio per l’accesso al luogo di lavoro, con relative sanzioni a cui seguirono manifestazioni di dissenso e di protesta.

Benché le motivazioni non siano ancora state pubblicate, possiamo dire che la Corte ha anticipato che: Sono state ritenute (…) non irragionevoli, né sproporzionate, le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull’obbligo vaccinale del personale sanitario’, rigettando quindi le obiezioni avanzate circa la costituzionalità del divieto.

Come prima conseguenza, i numerosi ricorsi incentrati sulla illegittimità dell’obbligo vaccinale per violazione di questa o quell’altra libertà individuale, verranno quindi respinti dal momento che, definito legittimo l’obbligo vaccinale, perdono ogni ragion d’essere, con tutto quanto ne consegue: obbligo di pagamento della multa e obbligo di pagamento delle spese di procedura (le proprie, di certo, quelle del Ministero nel caso si sia costituito, molto probabilmente.

La ragione della pronuncia riteniamo risieda nel fatto che l’interesse alla Salute, sia del personale sanitario che di chiunque orbiti professionalmente (o personalmente) attorno a essi, sia stato ritenuto un diritto, certamente costituzionalmente tutelato, ma, a questo punto, in posizione subordinata rispetto ad altri diritti magari altrettanto costituzionalmente tutelati.

In secondo luogo, la questione circa la legittimità costituzionale o meno dell’obbligo vaccinale ha ulteriori ricadute sulla retribuzione del personale sanitario, sospeso dalle funzioni e quindi anche dallo stipendio.

La Corte costituzionale ha infatti dichiarato che: ‘Ugualmente non fondate (…) sono state ritenute le questioni proposte con riferimento alla previsione che esclude, in caso di inadempimento dell’obbligo vaccinale e per il tempo della sospensione, la corresponsione di un assegno a carico del datore di lavoro per chi sia stato sospeso; e ciò, sia per il personale sanitario, sia per il personale scolastico’. Non sarà sfuggita la menzione al personale scolastico.

Terza e non trascurabile conseguenza una volta dichiarato legittimo l’obbligo vaccinale è infatti che anche il personale scolastico, sottoposto alle stesse misure viste per il personale sanitario, in conseguenza della recente decisione della Corte costituzionale, dovrà pagare parte delle circa 2 (due) milioni di sanzioni, dimenticare la retribuzione corrispondente al periodo di sospensione e accettare il relativo buco contributivo ai fini pensionistici.