Il ministro: “Ora miriamo a rivalutare stipendi di tutto il comparto. Spero di anticipare a 2023 l’indennità di pronto soccorso”

Quello di “rendere più attrattivo il Servizio sanitario nazionale e contrastare il problema della carenza di personale”, così da “migliorare la presa in carico e l’assistenza dei cittadini”, è un “obiettivo che a livello nazionale richiede interventi su vari fronti”. Una sfida resa ancora più grande dal fatto che “abbiamo ereditato una situazione difficile, a causa dei tagli pesanti alla spesa sanitaria e delle scelte sbagliate del passato, quando la sanità era considerata la cenerentola del bilancio statale”. Lo ha evidenziato il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenendo a Fermo alla Giornata delle Marche.

“Basti ricordare – ha ribadito – che dal 2012 al 2019 il Fondo sanitario nazionale è stato costantemente definanziato dai vari governi che si sono succeduti. Soltanto con l’arrivo della pandemia si è compreso che la spesa per la salute pubblica è una spesa primaria e irrinunciabile”. E i primi fondi vanno investiti per i lavoratori. “Intendo puntare alla rivalutazione del trattamento economico di tutto il personale che opera nel Servizio sanitario nazionale. Va in questa direzione – ha spiegato il ministro – la norma che abbiamo inserito in legge di Bilancio per riconoscere un incremento dell’indennità per le particolari condizioni di lavoro svolto dal personale della dirigenza medica e dal personale del comparto operante nei servizi di pronto soccorso. L’impegno di spesa è pari a 200 milioni di euro annui, di cui 60 per la dirigenza sanitaria e 140 per il personale del comparto, ma auspico di poter anticipare la decorrenza della norma al 2023 e lavorare con le Regioni per destinare appena possibile più risorse per meglio retribuire gli operatori sanitari”.

Oggi, ha ricordato Schillaci, “nonostante una situazione economica complicata, a causa del caro energia e della guerra in Ucraina, il Governo nel bilancio 2023 stanzia per la sanità 2 miliardi e 150 milioni in più per il 2023; 2 miliardi e 300 milioni in più per il 2024, e 2 miliardi e 600 milioni in più per il 2025, rispetto a quanto previsto. Si tratta di una chiara inversione di tendenza e di un segnale di attenzione importante. Ricordo inoltre – ha aggiunto – che il Pnrr mette a disposizione della salute 15,6 miliardi, cui si aggiungono 2,8 miliardi del Piano nazionale di investimenti complementari”.

Parlando di sanità territoriale, Schillaci ha detto anche che è fondamentale, la vera sfida di oggi è quella che porta un po’ anche a decongestionare i pronto soccorso e quindi avere una integrazione vera tra i pronto soccorso, i medici di medicina generale, le farmacie e il territorio.