Ai Signori Ministri della Repubblica

Le recenti dichiarazioni del Ministro per la Pubblica Amministrazione sulla opportunità di adottare lo smart working in modo più esteso, sull’esempio del mondo del lavoro privato, ove tale modalità lavorativa è largamente diffusa e non impedisce alle aziende di raggiungere i propri obiettivi, ci trovano pienamente concordi. Riteniamo, infatti, che occorra recuperare in pieno lo spirito della legge sul lavoro agile (L. 81/2017), che nacque con l’intento fondamentale di conciliare i tempi di vita e di lavoro di tutti i lavoratori, al di là del largo uso che se ne fece nel periodo della pandemia, nel tentativo di contenere la diffusione del contagio da coronavirus e per permettere ai genitori di alunni delle scuole elementari e medie, che erano state chiuse, di vigilare sui propri figli. Crediamo che sia giunto il momento di allineare i lavoratori della p. a. con quelli del settore privato rispetto a questo tema, superando l’ormai desueto stereotipo del lavoratore pubblico come improduttivo e poco efficiente: soprattutto, è necessario che l’adozione del lavoro agile non sia disomogenea, come si presenta oggi perché affidata alla discrezionalità dei dirigenti, ma segua un indirizzo univoco, pur tenendo conto delle diverse realtà. L’adozione del lavoro agile in modo strutturato permetterebbe ai genitori di poter meglio seguire i figli, ridurrebbe i tempi morti trascorsi nel traffico e il conseguente inquinamento atmosferico1 , soprattutto nelle grandi città, consentirebbe dei risparmi alle amministrazioni in merito all’utilizzo degli uffici ed ai consumi energetici connessi. Per quel che riguarda il livello di efficienza e la produttività, le Amministrazioni hanno tutti gli strumenti per valutare le prestazioni dei singoli e degli uffici: quello della mancanza di controllo sul personale è un falso problema se, come un approccio moderno all’organizzazione del lavoro impone, si pianifica lo stesso per obiettivi e si misurano le prestazioni sulla scorta dei risultati

1 Secondo un recente studio dell’Unità Studi, Analisi e Valutazioni dell’ENEA, i trasporti in Italia sono responsabili di oltre il 25% delle emissioni totali di gas ad effetto serra. Dai dati emersi nel corso della ricerca, effettuata su 4 città campione (Roma, Torino, Trento e Bologna), risulta che i lavoratori di queste città percorrono in media 35 km al giorno nel percorso casa-lavoro-casa, per una durata media giornaliera di 1 ora e 20 minuti, con punte di 2 ore su Roma, dove 1 lavoratore su 5 percorre oltre 100 km al giorno, dove ogni persona trascorre nel traffico una media di 82 ore l’anno, e ogni giorno si contano circa 420mila spostamenti.

raggiunti, e non per il mero tempo trascorso in ufficio tra la timbratura d’ingresso e quella di uscita. Crediamo che il lavoro agile debba trovare ampio spazio all’interno della P. A., senza ovviamente comprimere quei servizi al pubblico e tutte quelle prestazioni che richiedono la presenza sul luogo di lavoro: la sua adozione a regime, in un quadro coerente di analisi dei bisogni, determinazione degli obiettivi, programmazione delle attività e, infine, di misurazione dei risultati, appare non più rimandabile nel quadro di una Pubblica Amministrazione sempre più vicina a tutti i cittadini, sia i fruitori dei servizi che gli oltre tre milioni di suoi dipendenti. Ringraziamo per l’attenzione, e confidando nella condivisione di quanto rappresentato, porgiamo i nostri più cordiali saluti.

Il Coordinatore Nazionale Paola Saraceni 347.0662930 fsi.funzionicentrali@usaenet.org