Gentili Onorevoli, con nota 26 ottobre 2023, n. 787, la scrivente Organizzazione sindacale si compiaceva del riconoscimento dell’indennità in favore dei direttori penitenziari e del compenso previsto per i componenti della magistratura onoraria, quali riconoscimenti delle delicate funzioni ricoperte nei rispettivi contesti.

Nell’occasione, si evidenziava l’esigenza di prevedere anche una indennità in favore del personale giudiziario (da inserire con emendamento alla legge di stabilità), alla luce della complessità delle funzioni svolte da detto personale e delle responsabilità connesse, notevolmente accresciute a seguito della riforma c.d. “Cartabia”. La mancata previsione dell’emendamento in parola disattende, a parere di questa Organizzazione sindacale, le aspettative di migliaia di lavoratori, che da anni operano in condizioni difficilissime a causa delle croniche carenze di organico e dei conseguenti enormi carichi di lavoro. Di contro, evidenziamo che all’interno della Legge di bilancio per il 2024, e precisamente all’articolo 1, comma 26, lettere a) e b), viene riconosciuto al personale civile e militare dell’ex CRI, transitato anche nell’Amministrazione della Giustizia, un assegno “ad personam” per la differenza tra il trattamento economico in godimento limitatamente a quello fondamentale e accessorio avente natura fissa e continuativa, e il trattamento del corrispondente personale civile della CRI e del corrispondente personale dell’Amministrazione ricevente. Tale previsione, sicuramente opportuna e pienamente condivisa dalla scrivente Organizzazione sindacale, solleva però un interrogativo, e cioè come mai, all’interno di una Legge di bilancio definita “blindata”, dove non ha trovato spazio l’emendamento in favore dei lavoratori giudiziari di cui si è detto, sia presente la disposizione in favore di altro personale dell’Amministrazione della Giustizia, nel caso di specie gli ex impiegati della CRI. Crediamo infatti, e in tal senso ci rivolgiamo alle SS. LL., che la politica non debba discriminare tra figli e figliastri (ci si consenta la metafora), ma debba viceversa tenere conto delle esigenze e dei diritti di tutti i lavoratori in ugual misura; né, concludiamo, può essere addotta come giustificazione, la significativa differenza numerica dei rispettivi organici, perché i diritti non si pesano un tanto al chilo.

Nel ringraziare per l’attenzione, chiediamo e auspichiamo che la più volte da noi invocata indennità di giurisdizione in favore del personale giudiziario, trovi finalmente una concreta e definitiva previsione all’interno dell’ordinamento giudiziario.

Paola Saraceni Segretario Nazionale di Federazione 347.0662930 fsi.funzionicentrali@usaenet.org