È quasi pronto il nuovo Piano pandemico 2024-2028 preparato dal governo Meloni e dalle Regioni. Si tratta delle misure che si dovrebbero attuare nel caso di una nuova, eventuale pandemia. I vaccini sono “la misura preventiva più efficace”, si legge, mentre alcune limitazioni della libertà personale possono essere “necessarie”.

Il nuovo piano pandemico 2024-2028 è pronto ad essere approvato dal Governo italiano. Esecutivo e Regioni sono alla fase conclusiva della stesura del documento su cui si dovrà siglare l’accordo in sede di Conferenza Stato Regioni. Ovviamente, l’attenzione è massima alla luce di quanto accaduto negli anni passati, con il Covid che ha cambiato la percezione della gente e l’approccio degli Stati a epidemie e pandemie.

L’attuale Governo, a tal proposito, si è mostrato molto critico – gli anni scorsi – nei confronti della gestione di Conte prima e Draghi poi, con la piena operatività di Speranza. Meloni e Salvini, a dispetto di una Forza Italia più vicina agli ex Premier, hanno contestato soprattutto l’obbligo indiretto sui vaccini, quindi il Green Pass, e lo strumento del lockdown utilizzato in maniera continuativa.

La bozza del nuovo piano pandemico del Governo:
La bozza del nuovo piano, che scade il 24 gennaio, si poggia sull’importanza dei vaccini, mai contestati dall’attuale esecutivo in quanto tali (non nella somministrazione in sé ma nelle modalità di essere, con l’obbligo indiretto del Green Pass). Cinque i principali obiettivi fissati:

  • ridurre gli effetti di una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria sulla salute della popolazione, riducendone la trasmissione, la morbilità e la mortalità;
  • consentire azioni appropriate e tempestive per il coordinamento a livello nazionale e locale delle emergenze;
  • ridurre l’impatto della pandemia sui servizi sanitari e sociali e garantire la continuità dei servizi essenziali;
  • tutelare la salute degli operatori sanitari e del personale coinvolto nella gestione dell’emergenza;
    informare, coinvolgere e responsabilizzare la comunità nella risposta ad una pandemia da agenti patogeni respiratori.

L’importanza dei vaccini per contrastare epidemie e pandemie
Il Piano, si legge nella nota di sintesi, “estende il perimetro ai patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico, presenta una durata quinquennale e definisce un approccio metodologico che può essere applicato a pandemie con diverse caratteristiche epidemiologiche in termini di trasmissibilità, patogenicità e impatto sulla salute e sui servizi sanitari”. Nelle azioni di contrasto a una pandemia il piano, di cui l’Ansa ha potuto visionare una bozza, considera i vaccini “le misure preventive più efficaci, contraddistinte da un rapporto rischio-beneficio significativamente favorevole”.

Il lockdown solo in casi estremi ed emergenziali
Anche il tanto discusso lockdown rientra nelle intenzioni del nuovo piano, seppur in casi estremi e in condizioni emergenziali. E’ qui che potrebbe diventare “necessario imporre limitazioni alle libertà dei singoli individui al fine di tutelare la salute della collettività”. Nella nota si precisa però che “eventuali restrizioni alla libertà individuale devono rimanere in vigore solamente lo stretto necessario ed essere proporzionate sia alla probabilità sia all’entità dell’evento, affinché i rischi e i danni che potrebbero derivare per i singoli individui siano contenuti e inferiori al beneficio collettivo auspicato”.