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I lavoratori inidonei della sanità non sono fannulloni e imboscati.

Bonazzi: si parla di imboscati e di carte false ma non si conosce e non si considera la realtà del lavoro in sanità

Dopo le recenti campagne di Giletti e della nota trasmissione domenicale di denuncia della tv pubblica molti giornali si sono cimentati nel dare i numeri  dei presunti abusi e, inevitabilmente, sono finiti a far le pulci al bersaglio grosso, cioè alla sanità, sparando i titoloni esagerati e in qualche caso anche offensivi  per gli operatori.

Sull’argomento è intervenuto oggi Adamo Bonazzi, Segretario Generale FSI-USAE che ha dichiarato: “Intendiamoci , in sanità,  come del resto in ogni dove, gli imboscati ci sono eccome, ma parlare di carte false è offensivo per chi le malattie e le inidoneità le ha contratte davvero. Tanto più che lavorare in un ambulatorio ospedaliero sarà forse meno gravoso ma non significa affatto non lavorare o rubare lo stipendio.” e continua: “Nella recente campagna contro gli abusi di utilizzo della legge 104 si va in cerca anche delle sopraggiunte inidoneità al lavoro ma non si considera che a causa delle riforme pensionistiche c’è un indubbio invecchiamento della popolazione lavorativa attiva effettiva  e che, in sanità, certi paragoni pubblico privato non possono essere effettuati perché, se non con rarissime eccezioni, non esiste un corrispettivo effettivo nel privato,  dove i pronti soccorsi e le terapie intensive non esistono.”

Bonazzi, poi, aggiunge:  “Non bisogna dimenticare che la sanità è praticamente l’unico grande settore lavorativo che ammette il lavoro notturno delle donne e il fatto che, se fino al 1995 le corsie ospedaliere erano popolate con operatori mediamente trentenni e che al massimo arrivavano intorno ai quaranta, da quella data in avanti, con le leggi di riforma del sistema pensionistico, l’età è progressivamente aumentata e oggi la media è abbondantemente sopra i cinquanta e tende ad alzarsi. Così come quando si parla di movimentazione di carichi non bisogna dimenticare che questi carichi sono i pazienti  che alle volte pesano oltre i 100 Kg  e che la movimentazione dei carichi per troppi anni nel    90% dei casi è avvenuta con le sole forze fisiche degli operatori e senza ausili di alcun tipo.  Che uno su dieci abbia problemi muscolo-scheletrici  in queste condizioni, dopo una certa età, è più che fisiologico. O, ancora: in sanità si lavora con radiazioni ionizzanti e sono proprio le leggi e le direttive europee che prescrivono l’allontanamento temporaneo o definitivo dalle mansioni. E questo per citare solo alcuni dei problemi – che invece sono molti – a cui sono esposti quei lavoratori. Anche la citata ricerca targata Cergas-Bocconi conferma quello che dico. Certo i numero sono grandi – circa 80 mila le inidoneità su 650 mila lavoratori – ma la ricerca conferma che quasi la metà di queste sono dovute proprio al sollevamento dei pazienti e al trasporto di carichi troppo pesanti”.

 

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