Contratti bloccati da anni, precariato, disoccupazione ma bisogna pagare i ticket sanitari.

Oltre ad essere decurtato il giorno di malattia in busta paga in più c’è da pagare il ticket per essere curati: follia

Non è possibile accettare questa idea che di fatto lede lo spirito dell’art.32 della Costituzione e di tutte le sentenze della Corte Costituzionale.

L’attuale Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, vuole rivedere l’intero impianto del sistema dei ticket sanitari con l’idea di far pagare un po’ di più i ricchi per garantire l’assistenza a tutti i più poveri.

Le Regioni sono favorevoli per l’abolizione dei ticket purché non si traduca in un aggravio della spesa a loro carico.

Le ipotesi in campo sono molte.

Cominciamo con il dire che i ticket incidono per tre miliardi sui 113 del Fondo sanitario nazionale.

Quindi non parliamo di una cifra assurda: basta una legge seria e severa contro la corruzione e si reperiscono le risorse per questo e moltissimo altro.

Precisato questo c’è l’ipotesi di annullare le detrazioni del 19% per farmaci e spese mediche oltre una certa soglia di reddito oppure di individuare una franchigia in base al reddito, superata la quale le prestazioni sarebbero a pagamento.

Altre ipotesi sul tavolo sono quelle di rivedere le soglie di esenzione (valore 8 miliardi di euro) spostandole verso le fasce più deboli, i poveri e gli anziani.

Oggi sono esenti dai ticket su pronto soccorso e prestazioni specialistiche gli anziani con oltre 65 anni e un reddito non superiore a 35 mila euro (che potrebbe essere ridotto), i disoccupati e i loro familiari a carico con un reddito non superiore a 8.500 euro (che potrebbe essere aumentato), i titolari di pensione sociale e i pensionati al minimo oltre i 60 anni.

L’ultima ipotesi è quella di una nuova revisione della spesa sanitaria affidando la responsabilità della manovra alle singole regioni, che già amministrano autonomamente il ticket sulla spesa farmaceutica, sulle prestazioni specialistiche e sugli accessi al pronto soccorso, utilizzato per far quadrare i conti dei singoli sistemi regionali. Col risultato discutibile che il ticket pesa molto nelle regioni più ricche (32 euro l’anno di media a testa in Veneto e appena 8,2 euro in Sicilia).

Noi proponiamo che sopra una certa soglia di reddito, nella quale si evidenzia una oggettiva ricchezza, sia obbligatoria una Polizza Sanitaria mentre per il resto della popolazione ci sia la gratuità senza alcun tipo ticket o soglia.

Invitiamo a procedere velocemente sull’argomento e passare dai “giusti intenti” ai “giusti fatti”.

Il Coord. Nazionale FSI-USAE
Ministeri Salute, Ambiente, Politiche Agricole
Maurizio Guarino