Grande successo, venerdì 15 dicembre scorso presso il “Roma Meeting Center”, per la conferenza organizzativa della FSI-USAE per i lavoratori delle pubbliche amministrazioni. La conferenza si è svolta in un clima altamente costruttivo ed ha sviluppato una attenta analisi della situazione giuridica e contrattuale del lavoro pubblico alla luce del nuovo assetto dei comparti contrattuali e dell’apertura, all’Aran, dei vari tavoli negoziali  per il rinnovo dei CCNL e della contemporanea discussione della manovra economica che dovrebbe finanziarli in sede parlamentare.

L’occasione è stata utile per rimarcare le contraddizioni a cui si è esposto il Governo, che  sono troppe e che   riguardano oltre che la parte normativa anche la parte economica, infatti mentre il MEF fa sapere che il finanziamento deve essere inteso come percentuale di rivalutazione della massa stipendiale di ogni comparto, cosa assai diversa dalle 85 euro ad ogni dipendente,  la Commissione Bilancio della Camera cerca di capire se si riesce a trovare una manciata di milioni di euro per arricchire il piatto delle risorse disponibili. La situazione è, però,  difficile; al momento la proposta di modifica alla legge di bilancio risulta accantonata  ed è possibile che il problema venga rimandato all’aula quando verrà presentato il maxi-emendamento con cui il Governo chiederà la fiducia, a partire dal 19 dicembre prossimo. Dalla discussione assembleare è emerso un secco “NO”  all’ipotesi di un rinnovo che porti all’allargamento della forbice retributiva fra i comparti e le relative aree dirigenziali.

Molti dei partecipanti nei loro interventi hanno poi posto anche la questione del rapporto delle norme contrattuali fra comparto e dirigenza, che in molte occasioni disciplinano diversamente la medesima materia creando problemi organizzativi nel lavoro giornaliero e la necessità, quindi, di introdurre delle norme cerniera che consentano una congiunzione organica dei diversi contratti. 

Il Segretario Generale Bonazzi  concludendo i lavori, ha ringraziato tutti i partecipanti per il positivo contributo che hanno dato con i rispettivi interventi e per la fiducia alla linea espressa dalla Segreteria Generale, poi ha stigmatizzato la situazione ed ha colto l’occasione per fare il punto sui nodi da sciogliere e sulle materie in discussione nei vari tavoli contrattuali,  criticando altresì l’atteggiamento del Governo e dell’Aran che con una discreta arroganza continuano a dare  anticipazioni forvianti alla stampa; nel suo intervento ha  ribadito anche il concetto che  «“Firmare presto”, non significa “chiudere bene” ne, tanto meno, fare un “buon contratto”» e ha anche aggiunto: «a questo proposito condividiamo e sosteniamo la rivendicazione fatta dalle Regioni, in vista dell’approvazione della legge di Bilancio, sulla necessità di finanziare con risorse aggiuntive, destinate al contratto, il Fondo sanitario nazionale. Governo e Parlamento dovrebbero riflettere sul contratto che si è iniziato a discutere; è curioso non riuscire a trovare una cifra anche per i lavoratori della sanità. La sanità è differente dagli altri comparti perché è l’unico settore in cui il federalismo, legislativo e finanziario, oggi è effettivo. Lo stato, con le sue leggi, determina gli obiettivi di salute ma  sono le leggi regionali che determinano l’organizzazione del sistema che deve soddisfare gli obiettivi e il contratto sarà una cerniera che deve soddisfare tutti i 20 diversi sistemi regionali.  Non si può non tenere conto di queste esigenze. La parte pubblica vorrebbe introdurre deroghe per gli orari di lavoro e modificare profondamente il sistema degli incarichi con nuovi modelli organizzativi; modificando così l’assetto esistente nelle aziende per far posto agli incarichi professionali. Ma, alla luce di questo, visto che i PSR e i PAL non cambieranno vogliamo sapere che fine faranno le posizioni organizzative e i coordinamenti esistenti e, in termini economici, le funzioni avanzate come saranno finanziate. Per non parlare della questione degli OSS che va risolta con questo contratto. Noi abbiamo dato la disponibilità a discutere di tutto questo senza pregiudizi ma servono risposte precise e finanziamenti aggiuntivi dedicati.  Ma anche nelle funzioni locali e nella scuola ci sono specificità che vanno salvaguardate ed articolate in norme contrattuali precise.”

Infine, il Segretario Generale ha ricordato che da molto tempo (almeno due decenni)  la federazione FSI-USAE sostiene la necessità di introdurre l’area quadri nei contratti: «È giunta l’ora, per tutte le pubbliche amministrazioni, di introdurre nei contratti l’area dei quadri già prevista dal codice civile. Noi lo sosteniamo da molto tempo ma la controparte e le altre organizzazioni non ci sentono. Eppure dopo la privatizzazione del rapporto di lavoro introdotta della riforma Bassanini  non vi sono ragioni giuridiche oggettive che lo impediscano e, quindi, è solo una questione di volontà delle parti; che si assumeranno la relativa responsabilità .» 

Ufficio Stampa Fsi-Usae