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Agenzia delle Entrate:Cinquantuno “superuffici” in prima linea e 104 posizioni dirigenziali in meno

Approvato il piano di riorganizzazione, al via il restyling dell'agenzia delle Entrate

Potenziamento di 51 uffici e riduzione delle posizioni dirigenziali di 104 unità, con un risparmio di oltre 8 milioni di euro. Parte il 2 maggio il restyling dell'agenzia delle Entrate varato oggi dal Comitato di gestione. Un'operazione di razionalizzazione che modella una struttura organizzativa più snella, sia a livello centrale che regionale, senza chiudere alcun ufficio. Ci sarà un ridimensionamento del numero dei dirigenti con funzioni di coordinamento intermedio, con una riduzione dell'8% sul totale, che a oggi ammonta a 1.352 figure.

Nel dettaglio, 51 uffici locali diventeranno di primo livello, con ripercussioni sulla retribuzione del direttore e dei capo area. In 19 di questi uffici le aree passeranno dal quarto al terzo livello, come già succede negli altri 32 uffici. L'intervento prevede che siano rigraduate in aumento 89 funzioni tra direttori d'ufficio e capo area.

Un segnale di spinta verso il riconoscimento delle professionalità, così illustrato dal direttore generale delle Entrate, Massimo Romano: "Lo scopo della riorganizzazione è lo spostamento di risorse dagli uffici centrali a quelli locali, dove si concentrano i ruoli operativi. La manovra è indolore perché il nostro personale dirigente andrà a dirigere gli uffici rigraduati in un'ottica di valorizzazione delle competenze individuali".

L'intervento rappresenta solo la prima tappa di un percorso più ampio di ristrutturazione, che punta alla definizione di un modello organizzativo sempre più orizzontale e meno verticale, dove prevalgono le conoscenze tecniche. A riprova di ciò, "abbiamo realizzato una forte professionalizzazione del nostro apparato – ha spiegato Romano -. Oltre il 50 per cento del nostro personale appartiene già alla terza fascia, l'obiettivo è di arrivare fino all'80-90 per cento di risorse specializzate".

A spiegare le ragioni su cui poggia la selezione dei 51 "super-uffici" è stato il direttore centrale del Personale, Girolamo Pastorello: "Le strutture rigraduate per importanza sono 51 su 384, ossia il 13 per cento del totale. Si tratta di presidi fondamentali, in cui lavora circa il 30 per cento di tutto il personale dell'Agenzia, che gestiscono 1/3 delle dichiarazioni dei redditi e oltre il 40 per cento dei contribuenti con un volume d'affari superiore a un miliardo di vecchie lire".
La ratio della scelta sta nel valorizzare i presidi con maggiore rilevanza fiscale: in primis la Lombardia, seguita dalle altre regioni centro-settentrionali. Restano invece escluse dall'operazione di potenziamento le regioni di minor peso fiscale. La direzione regionale della Valle d'Aosta viene riclassificata come struttura dirigenziale non di vertice.

Sul fronte delle direzioni regionali, il piano prevede l'eliminazione di 32 posizioni di coordinamento. Nel dettaglio, nelle sette regioni più piccole, vengono accorpati gli uffici che gestiscono le risorse umane e materiali. Sempre a livello regionale, è inoltre in programma la soppressione delle posizioni di direttore regionale aggiunto e di coordinatore dell'area di staff.

Per quanto riguarda il livello centrale, relativamente all'Accertamento, saranno riorganizzate le strutture che si occupano di intelligence, ruling internazionale e controlli parziali. Verrà anche potenziata la struttura di coordinamento delle attività legate alla riscossione. La direzione Audit e sicurezza gestirà gli audit di conformità legati all'applicazione del sistema di gestione per la qualità. La direzione del Personale accorperà le competenze relative alla gestione amministrativa, sopprimendo tre uffici.

Nuova linfa anche per la formazione tecnica dei dipendenti, grazie alla creazione di una struttura ad hoc. L'ufficio Sistemi e processi ingloberà le competenze in materia informatica, con il potenziamento delle funzioni di ricerca e sviluppo. Infine, l'ufficio Comunicazione istituzionale si occuperà anche di rapporti istituzionali.

Il modello generale resta quello di una forte presenza sul territorio, a metà strada tra un'eccessiva capillarizzazione, che sarebbe ingestibile ed estremamente costosa, e una concentrazione troppo accentuata. "Non c'è nessuna intenzione di ridurre i nostri presidi sul territorio", ha infatti rassicurato il direttore Romano, che ha anzi ventilato la possibilità di aprire nuovi sportelli laddove necessario.
Inoltre, alcune attività particolarmente complesse potrebbero essere concentrate negli uffici più strutturati, sgravando così i presidi locali più piccoli.

"Non si tratta di una moltiplicazione delle poltrone – ha concluso Romano -, ma di una razionalizzazione dell'impiego delle risorse. Vogliamo dare un segnale forte premiando chi, nell'organizzazione, produce di più".

 

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