Al presidente dell’INPS dr. Tito Boeri

Gentile Presidente,

le scriviamo per rappresentarle tutta la nostra preoccupazione in relazione alla situazione in cui versa l’ente che Lei dirige.
Sappiamo che l’INPS è l’ente che spende in welfare più di tutti in Europa e la sua condizione di enorme sofferenza economica ci suggerisce alcune riflessioni.
Crediamo che il primo grande equivoco da chiarire sia quello che riguarda l’accorpamento tra previdenza ed assistenza: non è più possibile che l’ente che si occupa della previdenza dei lavoratori debba supportare anche la politica assistenziale, che deve essere necessariamente dirottata sulla fiscalità generale, a carico di tutti i cittadini, ognuno secondo le proprie possibilità, ovviamente.
Oltre a questa anomalia di carattere strutturale, vogliamo evidenziare un’altra gravissima inefficienza, derivata dal passaggio della previdenza dei dipendenti pubblici dall’INPDAP all’INPS: la migrazione dei dati da un sistema all’altro ha generato migliaia di situazioni di perdita parziale o totale di informazioni riguardanti le posizioni di migliaia di lavoratori.
Ciò ha generato e sta generando un diffuso malessere tra questi, se non dei casi di vero e proprio allarme, per la paura di non vedersi riconosciuti i contributi versati nel corso della loro vita lavorativa: è inaccettabile che si sia proceduto ad un cambiamento gestionale così importante in maniera approssimata e superficiale.
Infine, vogliamo chiederle di porre fine a quella serie di annunci secondo cui abbiamo bisogno degli immigrati perché ci pagheranno le pensioni!
Dichiarazioni sicuramente ad effetto, anche suggestive se vogliamo, ma prive di qualsiasi fondamento.
Infatti, moltissimi di loro riprendono sul versante assistenziale molto di più di quanto non versino sul versante previdenziale, specialmente nei casi (diffusissimi) di quelli con importanti carichi familiari, per cui il saldo per l’INPS è fortemente negativo.
Il suo discorso potrebbe valere ad esempio per una coppia di immigrati professionisti, con retribuzioni medio-alte, magari con un figlio solo: come ben sa, Presidente Boeri, una situazione estremamente rara nel panorama dell’immigrazione presente sul nostro territorio, per cui la preghiamo di dire agli Italiani come stanno realmente le cose, e non di cavalcare l’onda dell’accoglienza buonista a tutti i costi: perché far diventare quello che è oggi universalmente riconosciuto come un problema internazionale e una emergenza epocale, una fortuna per il nostro Paese, ci sembra una forzatura che supera i confini del buon senso e dell’intelligenza umana.
La ringraziamo dell’attenzione, e restiamo in attesa delle sue considerazioni su quanto rappresentato.
Cordiali saluti.

Il Coordinatore Nazionale
Paola Saraceni
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