Lettera ai ministri competenti.

La immane tragedia di Genova ha evidenziato, una volta di più, gli enormi rischi legati ad una politica orientata alla privatizzazione più estrema, che ha esautorato lo Stato dai suoi compiti prioritari ed esclusivi di tutela della sicurezza pubblica e dell’incolumità dei cittadini.

Non intendiamo cadere nel luogo comune, sin troppo scontato all’indomani della strage del 14 agosto, di demonizzare le privatizzazioni tout court, ma è indubbio che la gestione di Autostrade per l’Italia ha drammaticamente evidenziato tutti i limiti derivanti dall’assenza dello Stato che ha delegato ad altri un servizio di importanza vitale per l’intero Paese.

Purtroppo non è la prima volta che in nome del profitto, che per forza di cose orienta le politiche e le scelte dei soggetti privati anche nella gestione di pubblici servizi, le esigenze legate alla sicurezza passano in secondo piano, così che le risorse per la manutenzione, gli adeguamenti e le ristrutturazioni vengono dirottate altrove.

In questo sistema, anche lo Stato non è esente da colpe, quanto meno dal non aver vigilato sull’operato di chi ha, come da contratto, la responsabilità di impianti e servizi, nel caso di specie della manutenzione di strade, gallerie e viadotti.

Ma le ragioni più profonde di tutto questo vanno ricercate nella politica dissennata operata nella pubblica amministrazione, a  partire dalla privatizzazione della stessa, inaugurata con il D. Lgs 29/1993 e proseguita con i successivi interventi normativi; il proliferare di esternalizzazioni di servizi essenziali, ha di fatto pesato enormemente sulla finanza pubblica, a scapito dell’efficienza degli interventi, come quelli di manutenzione ordinaria  e straordinaria, con gravissime ripercussioni sulla sicurezza che ad essi è inevitabilmente collegata.

Non va taciuto inoltre come tutto ciò ha svuotato le amministrazioni pubbliche di competenze e professionalità, che sono rimaste inattive e sottoutilizzate per decenni, mentre oggi il mancato ricambio generazionale, causato dal blocco delle assunzioni, sta di fatto cancellando dal panorama della p.a. intere categorie di operai e tecnici anche altamente specializzati, determinando un irreversibile impoverimento dell’intero sistema, che sempre di più deve far ricorso a risorse esterne: diventa indispensabile allora potenziare il sistema dei controlli e delle verifiche, da realizzare mediante assunzioni massicce di personale specializzato in tal senso.

Al di là della fattibilità o meno della ipotesi di nazionalizzazione delle autostrade, crediamo che lo Stato si debba far carico da subito di un controllo generalizzato di tutta la rete autostradale, potenziando i servizi ispettivi dei ministeri competenti mediante assunzioni mirate di tecnici ed esperti di ogni livello, che dovranno operare a regime per  vigilare sull’operato delle aziende e ditte titolari delle concessioni e della manutenzione.

Il controllo da parte dello Stato è indispensabile per garantire la sicurezza dei cittadini e per prevenire eventuali negligenze ed omissioni nella gestione privata, sulla cui permanenza si deciderà in futuro.

Ed è importante che questi interventi partano da subito e siano effettuati in tempi brevissimi, per non penalizzare ulteriormente gli Italiani con la chiusura di ponti e strade che rischiano di paralizzare le attività commerciali e produttive.

Va da sé che laddove la manutenzione ordinaria e straordinaria non è stata eseguita a dovere, le risorse saranno rese disponibili da chi aveva questo preciso dovere: nel caso di Genova, spetterà ad Autostrade per l’Italia il rifacimento totale della struttura, fatto salvo il futuro della concessione su cui il Governo deciderà in seguito.

Speriamo fermamente, in conclusione, che questa tragedia abbia segnato uno spartiacque, una inversione di tendenza nella gestione della rete autostradale (e non solo) da parte dello Stato, anche se nessuno restituirà ai propri cari le decine di vite stroncate dall’incuria e dalla superficialità di chi aveva il compito di fornire un servizio tutelando nel contempo anche la sicurezza e l’incolumità pubblica, ma che questo non ha saputo o voluto fare.

 

Il Coordinatore Nazionale F.C.
Paola Saraceni
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