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AMBIENTE – SALUTE Cambiamento radicale nel concepire la tutela dell’ambiente – Lettera e videomessaggio del Coordinatore Nazionale FSI-USAE Funzioni Centrali Paola Saraceni

Al Ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare Sergio Costa; Al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Luigi Di Maio; al Ministro per lo Sviluppo economico Luigi Di Maio al Ministro della Salute Giulia Grillo al Presidente dell’INPS Tito Boeri

Signori Ministri,
Signor Presidente,

con la presente intendiamo chiedere non soltanto una serie di interventi mirati a sanare delle situazioni gravissime per la salute di migliaia di cittadini e lavoratori e per l’ecosistema tutto, ma anche un vero e proprio salto culturale, inteso come un cambiamento radicale nel concepire la tutela dell’ambiente, del lavoro e della salute degli Italiani, secondo lo slogan tanto caro a questo Governo – appunto – del cambiamento.
Dobbiamo subito dire che – purtroppo – nell’identificare un’area del Paese dove sussiste da lunghi anni una situazione di rischio gravissimo e permanente per la salute pubblica abbiamo avuto soltanto l’imbarazzo della scelta!

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Sulla scia anche di una inchiesta giornalistica mandata in onda di recente su una rete del servizio pubblico, intendiamo focalizzare la Vostra attenzione sul Polo Petrolchimico Siracusano di Augusta-Priolo Gargallo-Melilli.
L’Osservatorio Nazionale Amianto stima in circa 25.000 i lavoratori esposti ad amianto e altri cancerogeni nel Polo Siracusano, e denuncia fin dal 2008 la violazione dei diritti delle vittime da amianto e il mancato riconoscimento dei benefici contributivi, che preclude a molti lavoratori esposti di poter essere collocati in pensione: l’INPS di Siracusa rigetta infatti sistematicamente tutte le domande di benefici per i lavoratori esposti ad amianto, che avrebbero diritto al prepensionamento anche in assenza della patologia conclamata, come stabilito dall’art. 13 c. 8 della Legge 257/92, mentre il Tribunale di Siracusa, con due sentenze dell’ottobre 2018, ha condannato l’INPS a rivalutare la posizione contributiva di due lavoratori cui era stata rigettata la domanda di prepensionamento, formulata sulla scorta della loro esposizione pluriennale ad amianto all’interno degli stabilimenti chimici del Polo siracusano.
Ma l’allarme sulla salute pubblica in quella zona non riguarda soltanto le migliaia di lavoratori del petrolchimico bensì l’intera cittadinanza di quei comuni, atteso che il monitoraggio dell’aria non viene fatto come dovrebbe, considerata la presenza di un insediamento industriale di quella portata; testimonianze di medici, professori di chimica industriale, esperti del settore, hanno evidenziato elevatissimi tassi di inquinamento del mare (con una concentrazione di mercurio pari a 20mila volte quella consentita, nonché la presenza massiccia di altri metalli pesanti quali arsenico, cadmio,.. dovuta allo sversamento di residui delle lavorazioni industriali) al punto che sono stai trovati esemplari di pesci con modificazioni genetiche importanti e – ancor più terribile – sono stati riscontrati negli anni casi di malformazioni in neonati della zona, in numero ben al di sopra dei valori medi nazionali.
A corollario di questo quadro drammatico, bisogna aggiungere che alcuni impianti sono stati dismessi, ma senza operare le necessarie e dovute bonifiche, così che quel territorio conserva questi mostri in rovina, simbolo sinistro del fallimento totale di una politica industriale che ha barattato un pezzo di pane con la vita di migliaia di lavoratori e di cittadini, costretti a lavorare e a vivere in un contesto devastato in cambio di quello che gli stessi definiscono “un pane avvelenato”.
Chiosiamo citando le testimonianze di tantissimi lavoratori nel petrolchimico che hanno riferito come la loro assunzione fu fatta in cambio della rinuncia da dei loro padri o familiari, già impiegati nella stessa azienda, a perseguire le vie legali in vista di un risarcimento per i danni gravissimi, spesso fatali, alla salute causati loro dagli anni lavorati in quelle fabbriche della morte: un ricatto inqualificabile, che oggi grida vendetta.
Quello che chiediamo alle SS. LL., ognuna per quanto di propria competenza, è di operare su più piani: smantellare gli impianti dismessi, bonificando il territorio; disporre il monitoraggio costante dell’aria e dell’acqua, dotando contestualmente tutti gli impianti dei sistemi di abbattimento e/o neutralizzazione dei gas venefici e delle acque reflue; prevedere cicli produttrici alternativi, che tengano conto non soltanto delle esigenze del mercato ma anche del valore primario e non barattabile della salute pubblica; provvedere ai dovuti risarcimenti delle parti lese e delle loro famiglie, perseguendo penalmente e civilmente i responsabili di morti ed invalidità tra i lavoratori ed i cittadini.
Crediamo, Signori Ministri, che tutto ciò darebbe anche un forte impulso all’occupazione, in quanto i progetti delineati richiederanno l’impegno massivo di manodopera a tutti i livelli.
Stiamo invocando un vero cambiamento, nel modo di pensare, di produrre, di vivere, nell’interesse dei nostri giovani e dell’intero Paese, perché la situazione descritta purtroppo si presenta in molte altre zone d’Italia, come vi è certamente noto.
Ringraziamo dell’attenzione, in attesa di conoscere le determinazioni che saranno assunte nel merito di quanto rappresentato.

Il Coordinatore Nazionale
Paola Saraceni
347.0662930

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