Le innumerevoli e gravissime tragedie che si sono succedute con impressionante regolarità nel nostro Paese negli ultimi anni, hanno chiaramente evidenziato quanto una politica fortemente orientata alla privatizzazione rischi poi nel concreto di esautorare lo Stato dai suoi compiti prioritari di tutela della sicurezza pubblica e dell’incolumità dei cittadini.
Così è successo che disastri ferroviari, crolli di ponti e viadotti, valanghe e inondazioni, hanno funestato la cronaca italiana, con un bilancio pesantissimo in vite umane e danni materiali.
Troppo spesso infatti le esigenze legate alla sicurezza sono passate in secondo piano, così che le risorse per le manutenzioni, gli adeguamenti alla normativa sulla sicurezza, le ristrutturazioni di impianti e infrastrutture sono stati dirottate altrove, creando i presupposti per tante tragedie.
Le ragioni di queste gravissime inefficienze sono sicuramente molteplici, ma è indubbio che l’aver lasciato ai privati, il cui agire è orientato in primis al profitto, la possibilità di realizzare e gestire grandi opere strutturali operando a mezzo di appalti, subappalti, sub-subappalti e via di seguito senza prevedere un concreto controllo da parte dello Stato, può rappresentare in questo senso una spiegazione più che plausibile.
Non può essere taciuto poi come la politica dissennata dei Governi precedenti nei confronti della pubblica amministrazione, a partire dalla sua privatizzazione inaugurata con il D. Lgs 29/1993 e proseguita con i successivi interventi normativi, abbia favorito il proliferare della esternalizzazione di servizi essenziali, con enormi ripercussioni sulla finanza pubblica, molto spesso a scapito dell’efficienza degli interventi, come quelli di manutenzione ordinaria e straordinaria, con immaginabili conseguenze sulla sicurezza degli impianti e delle strutture che ad essi è inevitabilmente collegata.
Tutto ciò nel corso degli anni ha progressivamente svuotato le amministrazioni pubbliche di competenze e professionalità rimaste inattive e sottoutilizzate per decenni, mentre oggi il mancato ricambio generazionale, causato dal blocco delle assunzioni, sta di fatto cancellando dal panorama della p.a. intere categorie di operai e tecnici anche altamente specializzati, determinando un irreversibile impoverimento delle professionalità all’interno del settore pubblico, che con sempre maggiore frequenza deve quindi ricorrere a risorse esterne: diventa indispensabile allora potenziare il sistema dei controlli e delle verifiche, da realizzare mediante assunzioni massicce di personale specializzato in tal senso.
Il controllo da parte dello Stato è indispensabile per garantire la sicurezza dei cittadini e per prevenire eventuali negligenze ed omissioni nella gestione privata, mentre è auspicabile che lo Stato stesso si riappropri al più presto della gestione diretta delle grandi opere e della loro manutenzione.
Il potenziamento e la messa in sicurezza delle infrastrutture e dei trasporti devono rappresentare una priorità per il progresso del Paese; ma questo deve procedere al riparo dalle infiltrazioni della criminalità, dalla corruzione, dal sottobosco dei subappalti affidati non si sa bene a chi, ma si può intuire bene il perché.
Da sempre infatti, le grandi opere pubbliche rappresentano un ghiotto piatto per gli arricchimenti illeciti, ad ogni livello: per questa ragione, il rispetto della normativa sugli appalti deve essere garantito in modo stringente ed implacabile, pena l’aumentare del potere economico e finanziario della criminalità organizzata e la crescita contestuale del rischio di nuove tragedie, ancora più gravi delle tante cui abbiamo assistito fino ad oggi.
Signor Ministro, Le chiediamo quindi di intervenire con autorevolezza nel senso da noi indicato, al fine di segnare un reale cambiamento in questo ambito, oggi più che mai necessario.

Il Coordinatore Nazionale
Paola Saraceni 347.0662930