Serious looking woman making stop gesture with her hand focus on background

Al Consiglio Superiore della Magistratura; all’Associazione Nazionale Magistrati; Al Presidente del Consiglio  Giuseppe Conte; Ai Vice Presidenti del Consiglio Matteo Salvini e Luigi Di Maio; Al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede; Sottosegretari di Stato al Ministero della Giustizia; Al Ministro per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongior

Il 3 aprile è stata approvata dall’aula della Camera dei deputati la proposta di legge n. 1455 meglio nota come Codice Rosso finalizzata a tutelare maggiormente le vittime di reati violenti, in particolare dei reati di violenza sessuale e domestica.

Per le violenze sessuali le pene salgono da un minimo di 6 ad un massimo di 12 anni di reclusione, con la previsione dell’aggravante in caso di atti sessuali con minori di quattordici anni a cui è stato promesso o elargito denaro o altre utilità, con una previsione massima nel caso di violenze sessuale sui minori fino a 24 anni di reclusione.


Le condotte penalmente perseguibili, come indicato nel testo di legge, sono i maltrattamenti contro familiari e conviventi, la violenza sessuale, aggravata e di gruppo, gli atti sessuali con minore, la corruzione di minore, atti persecutori, lesioni personali aggravate dalla sussistenza di legami familiari.

La nuova legge accelera l’iter del, procedimenti, prevedendo che la polizia giudiziaria deve immediatamente comunicare al pubblico ministero, anche solo oralmente, la notizia di un reato se compreso tra quelli sopra elencati.

Il pubblico ministero, a sua volta, ha l’obbligo di sentire la persona offesa entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato, al fine di evitare che la vittima corra ulteriori rischi, assumendo da subito ogni iniziativa per evitare nuove aggressioni.

Nei confronti degli autori di queste condotte, sono previste divieti di avvicinamento nonché l’uso dei braccialetti elettronici.

Inoltre, entro un anno a partire dall’entrata in vigore della legge, le forze dell’ordine dovranno svolgere corsi di formazione specifici per affrontare questo tipo di reati.

Viene inoltre introdotto il reato specifico di sfregio del viso e l’obbligo di comunicare alla vittima la eventuale avvenuta scarcerazione dell’aggressore.

È stata approvata anche la norma nota come revenge porn che prevede pene da 1 a 6 anni e fino a 15 mila di euro di multa per chi diffonde materiale intimo per vendicarsi di un ex o una ex.

Infine, è stata innalzato da sei a dodici mesi il tempo per denunciare una violenza sessuale ed è stato introdotto il reato di coercizione nei confronti dei matrimoni celebrati contro la volontà della sposa.

Il provvedimento, approvato con 380 voti favorevoli, 92 astenuti e nessun voto contrario, passa ora all’esame del Senato per proseguire l’iter parlamentare previsto in vista della sua approvazione definitiva.

Non possiamo che plaudire all’approvazione di questo provvedimento, ma vogliamo nel contempo puntualizzare come lo stesso necessiti delle condizioni per la sua applicabilità: ed in questo senso, intravediamo purtroppo delle notevoli criticità, legate principalmente agli apparati che ne devono garantire l’implementazione.

Le carenze di organico che affliggono gli uffici giudiziari e che hanno determinato l’accumularsi di milioni di procedimenti arretrati (quando addirittura la loro mancata applicazione, come la vicenda dell’assassino dei Murazzi del Po sembra dimostrare) rischiano di inficiare il decollo della normativa in esame, attesa la ulteriore mole di lavoro che ricadrà sul personale giudiziario.

Ed ancora, ci chiediamo come sarà possibile per i magistrati ascoltare le parti lese entro tre giorni, stanti i loro attuali carichi di lavoro (anch’essi aggravati da pesanti carenze degli organici) ma anche i numerosi doppi e tripli incarichi spesso ricoperti, realtà questa cui va posto uno stop definitivo, a parere di chi scrive, a tutela della esclusività della funzione giudiziaria (inquirente e giudicante) che non può sovrapporsi ad altre attesa la sua assoluta rilevanza.

Per questi motivi, chiediamo alle SS. LL., ognuno per quanto di rispettiva competenza, di prevedere i necessari adeguamenti normativi, strutturali ed organizzativi nel senso da noi indicato, che possano consentire al Codice Rosso di essere realmente attuato, nel rispetto delle troppe vittime che lo hanno ispirato.

Cordiali saluti.

Il Coordinatore Nazionale

Paola Saraceni                                               

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