Al Ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca Marco Bussetti

Gentile Ministro,
Le scriviamo nella consapevolezza della funzione essenziale assolta dal Dicastero da Lei diretto e della attuale esigenza di dare un forte impulso all’azione dello stesso.
E’ sotto gli occhi di tutti la profonda crisi che attraversa il mondo giovanile, sempre più spesso protagonista di inquietanti episodi di cronaca nera caratterizzati dall’uso indiscriminato e spesso gratuito della violenza, dai quali emerge la mancanza totale di valori, empatia, rispetto dell’altro, specie se è un altro particolarmente debole e vulnerabile.
Crediamo che questo sconfortante scenario abbia dei responsabili ben identificabili nelle famiglie di origine di questi giovani, troppo spesso assenti, disgregate, allargate, anaffettive,…: è indubbio che il messaggio educativo che proviene dalla famiglia di origine segna in modo importante, spesso decisivo, il bambino prima e l’adolescente poi.
Ed è proprio all’interno di questo quadro che deve inserirsi a nostro avviso, forte ed autorevole, l’intervento delle agenzie educative, a partire dalla scuola dell’obbligo che segue i nostri figli durante gli anni più delicati della loro crescita e della loro maturazione.
Crediamo infatti che in una fase storica come quella attuale, sia indispensabile che all’interno dei programmi scolastici vengano veicolati dei messaggi forti, volti a stimolare nei giovani la crescita e lo sviluppo di quei valori e quegli ideali troppo spesso latenti, ma che costituiscono l’humus sul quale costruire la coscienza democratica di un cittadino del terzo millennio.
E tra questi messaggi non può mancare l’autorevolezza della Scuola e dell’Autorità più in generale, cui deve essere riconosciuto anche il potere di giudicare, di punire quando necessario, di poter dire dei NO a quei troppi giovani cui non sono mai stati detti, sulla scorta di un distorto e diffuso senso di pseudo- vicinanza al giovane che ha contribuito a creare una moltitudine di ragazzi insicuri, viziati ed intolleranti alle frustrazioni che la vita inevitabilmente li costringe a fronteggiare ogni giorno.
La Scuola non può e non deve compiere lo stesso tragico errore commesso da tantissimi genitori che, deformando i più elementari principi pedagogici, si sono posti nei confronti dei loro figli come semplici “amici”, abdicando dal loro ruolo di genitori e delegittimando la loro imprescindibile funzione di educatori.
In conclusione le chiediamo, Signor Ministro, di prevedere una profonda revisione dei programmi formativi ed educativi della scuola dell’obbligo e di quella secondaria superiore, al fine di arginare la pericolosa deriva che molti dei nostri giovani sembrano aver intrapreso.
La ringraziamo per l’attenzione, confidando nella Sua condivisione di quanto da noi proposto.

Il Coordinatore Nazionale
Paola Saraceni
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