Governo: spacchettamento del Ministero della Salute e un NO deciso a 21 modelli regionali diversi

Regioni: NO al taglio delle politiche sociali. NO al patto per la salute (non e’ possibile garantire l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza)

Mercoledi’ prossimo arrivera’ al Senato l’atto per lo ‘spacchettamento’ del ministero del Welfare, da cui verra’ estrapolata la Sanita’. Il provvedimento andra’ in aula al Senato e poi dovra’ essere votato anche dalla Camera. Lo ha detto il titolare del Welfare Maurizio Sacconi che nel corso di un incontro ha aggiunto che “Il regionalismo, di cui vogliamo sollecitare la forma compiuta con la responsabilizzazione prodotta dal federalismo fiscale, deve dare luogo a 21 modelli sanitari diversi. Non favorirebbe l’attrazione degli investimenti”. Questione ripresa anche dal Sottosegretario Letta ha convenuto sul fatto che ”l’assistenza sanitaria deve essere un modello unico”.
Questioni che riaprono la ferita mai rimarginata della creazione del Ministero del Turismo (competenza legislativa Regionale cosi’ come la sanita’) e acuiscono lo scontro già in atto da diversi mesi con le Regioni che la scorsa settimana hanno disertato la riunione a Palazzo Chigi per la presentazione della finanziaria proprio a causa dei dissensi sugli obiettivi enunciati dal Governo in materia di politiche sanitarie e sociali.

”Secondo noi non e’ possibile garantire l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza”, e quindi ”non condividiamo la proposta di Patto per la salute” del Governo. Lo ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, al termine della riunione dedicata alla sanità.
La Conferenza ha lavorato in particolare al rinnovo dell’accordo con il Governo. Errani ha subito chiarito la questione delle risorse necessarie ”per il biennio 2010-2011: c’e’ una sottostima complessiva per il biennio di 7 miliardi”. Ed annuncia: ”giovedi’ prossimo (ndr. 1 ottobre) avremo, come Regioni, una nostra proposta di Patto della Salute”.
”Oggi – ha detto Errani al termine della Conferenza delle Regioni monografica sulla sanità del 24 settembre – abbiamo discusso criteri innovativi in relazione ai temi della qualità e del governo della spesa, in campo sanitario, che sono diversi da quelli contenuti nella norma che ci ha proposto il Governo. Abbiamo dato mandato alle nostre commissioni Sanità e Affari Economici di elaborare una piattaforma e giovedi’ prossimo avremo la nostra proposta”.
Errani ha quindi fatto un passaggio anche sulla proposta di allargamento dei ticket: ”Il governo – ha osservato Errani – ha assicurato che non intende chiedere una lira in piu’ ai cittadini e che non ci saranno nuove tasse. Se consentisse di agire sui ticket, sarebbe in contraddizione”.
Errani ha inoltre chiarito che le cifre contentute nella bozza del Patto elaborata dal governo e inviata alle Regioni contiene, per quanto riguarda i finaziamenti 2010-2011, le stesse cifre indicate nella Finanziaria 2009, nella parte dedicata alla finanza pubblica. ”Sul piano delle risorse – ha detto Errani – siamo fermi li’ e la sottostima che ne deriva pone le Regioni nell’impossibilita’ di governare la sanita’. Noi siamo pronti al confronto. Occorre che il governo e noi troviamo una linea di equilibrio diversa che garantisca i livelli essenziali di assistenza. Altrimenti dovra’ essere chiaro che quei livelli non sono sostenibili perche’ la dotazione finanziaria non lo consente”.
C’e’ una situazione ”di stallo – ha ribadito Errani, riferendosi anche ai rapporti con il Governo e alla sua richiesta di slittamento dell’incontro previsto ai primi di settembre – ma non l’abbiamo prodotta noi”. Sull’incontro tra Regioni e Governo, che ha subito diversi rinvii, Errani ha ribadito che ”il tema e’ istituzionale, non politico. Si chiede chiarezza, non si vuole fare polemica. Istituzionalmente, la cosa piu’ corretta da fare e’ mettersi tutti al tavolo e fare il quadro di come stanno le cose. Il fatto che sia difficile – ha aggiunto – fare questo quadro, e’ significativo dello stallo in cui ci troviamo”. In quest’ottica, anche i finanziamenti alla sanità ”devono essere oggetto di discussione con il premier”.
Sulla questione è intervenuto anche Romano Colozzi, coordinatore della Commissione Affari Finanziari della Conferenza delle Regioni, che si è soffermato sul fatto che ” l’assenza di un accordo sul Patto per la salute diventerebbe uno scontro istituzionale in cui nessuno vince ma tutti, Regioni, Governo e cittadini, perderebbero. Un po’ come accadeva in WarGames. Anche se in questo caso non di gioco si tratta”.
Così l’assessore alle Finanze della Lombardia ha tenuto a chiarire i termini delle questioni: ”Capisco che non sia semplice raggiungere una intesa su un tema rilevante come la sanita’ – aggiunge Colozzi – in questo momento sicuramente non semplice nella gestione dei conti pubblici, in cui vi e’ la necessita’ di tenerli sotto controllo. Sono tuttavia convinto che ci siano i margini, ragionando contemporaneamente in termini di risorse finanziarie, regole e governance, per siglare un ‘patto’ utile al Paese che deve continuare ad avere un sistema sanitario da tutti giudicato fra i migliori del mondo. In ogni caso – ribadisce Colozzi – l’alveo per trovare un accordo equilibrato e scongiurare lo scontro istituzionale e’ già segnato da due fondamentali sponde: il dettato costituzionale da una parte e la legge 42 sul federalismo fiscale dall’altra”

Ufficio Stampa FSI