Gentilissimo Presidente,

come consuetudine di questa organizzazione, quali componenti della Commissione paritetica per la revisione del sistema di classificazione professionale (organismo previsto dall’articolo 12 del CCNL relativo al personale del comparto sanità) dopo aver trasmesso la nostra formale proposta in ordine alla idonea posizione per le Professioni Sanitarie, che ad ogni buon conto alleghiamo alla presente, come promesso siamo ad informare codesta Federazione nazionale Ordini dei Tecnici sanitari radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione ad ogni fase significativa dei lavori della suddetta Commissione.

FSI-USAE ha ricevuto e letto la proposta tecnica del Comitato di Settore (che in realtà, nel corso della riunione di ieri è divenuta proposta di parte pubblica: cioè il Comitato di Settore e l’Aran) e, ancora una volta, ha dovuto prendere atto della profonda distanza che c’è da colmare tra la posizione della Federazione FSI-USAE e quella della parte pubblica su ciò che dovrà esprimere la Commissione paritetica in tema di revisione del sistema di classificazione professionale.

La proposta di parte pubblica infatti, poco più di due paginette che alleghiamo alla presente nota, non prende atto della realtà evolutiva delle professioni sanitarie in campo lavorativo e non risolve i problemi del comparto.

La commissione è chiamata a fare delle proposte che tengano conto e rispecchino la realtà sul campo e che risolvano, una volta per tutte, le discrasie oggi presenti nel sistema del Servizio Sanitario Nazionale. Infatti, da una parte il Governo, il Parlamento e le Regioni emanano leggi, regolamenti e piani sanitari ambiziosi che nel gergo normativo qualificano gli operatori come elementi esclusivi ed essenziali del sistema, ma dall’altra, nella qualità di parti datoriali di lavoro, non sono disposti a recepire tutte le innovazioni normative che hanno già messo in campo trasformandole in un articolato contrattuale coerente che remuneri adeguatamente le professioni e le relative posizioni.

Anzi, la scarna proposta di parte pubblica prefigura scenari ben diversi: un semplice rimescolamento delle posizioni attuali con la riduzione a tre maxi categorie senza modificare significativamente i percorsi di carriera e mantenendo identico tetto.

La parte pubblica (o una parte di essa) ritiene evidentemente che l’aver introdotto nel CCNL del comparto della sanità 2016-18 il nuovo istituto degli “incarichi funzionali” abbia di per sé risolto il problema. Noi non pensiamo che sia così e lo abbiamo dichiarato sin dall’inizio.

Secondo FSI-USAE i Tecnici sanitari e gli altri Professionisti della riabilitazione e della prevenzione non hanno studiato per arrivare alla Laurea e al Master per poi rimanere inchiodati al palo; i Tecnici sanitari e gli altri Professionisti della Riabilitazione e della Prevenzione non vogliono solo degli incarichi professionali revocabili su cui decide discrezionalmente la direzione aziendale.

Secondo noi i Tecnici sanitari e gli altri Professionisti della Riabilitazione e della Prevenzione vogliono vedere recepiti nel contratto gli sforzi profusi, vogliono avere la possibilità di una carriera che sia basata su criteri predeterminati e certi, vogliono che una volta acquisito il gradino di un percorso professionale lavorativo, questo faccia parte stabilmente del proprio curriculum professionale e che garantisca, alla fine del percorso lavorativo, una pensione adeguata.

Restano poi ancora aperte due questioni essenziali:

  • la prima (la madre di tutti i nodi) è la collocazione economica iniziale della categoria;
  • la seconda è quale meccanismo dello sviluppo professionale consenta agli infermieri di sfociare nella dirigenza così come è prefigurato nella legge.

Continuare a fingere di non vedere o addirittura negare questi passaggi fondamentali non fa che aumentare l’insoddisfazione della categoria.

Cancellare la categoria base (A) sposta verso il basso tutte le altre categorie invece di elevarle; acuisce quindi il problema invece di risolverlo.

I Tecnici sanitari e gli altri Professionisti della Riabilitazione e della Prevenzione in questi anni si sono qualificati, si aggiornano costantemente, hanno acquisito responsabilità penali di primo piano (devono persino provvedere ad una assicurazione professionale) quindi ci sono tutte le condizioni perché sia dal punto di vista giuridico che dal punto di vista economico, con il prossimo contratto, le cose debbano cambiare.

FSI-USAE farà la propria parte sino in fondo e non si tirerà mai indietro ma non vi è dubbio che il risultato dipende anche da quanti Tecnici Sanitari di Radiologia Medica, Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico, Tecnici di Neurofisiopatologia, Fisioterapisti, Logopedisti, Ortottista – Assistente di Oftalmologia, Dietisti, Tecnici della Fisiopatologia Cardiocircolatoria e Perfusione Cardiovascolare, Tecnici Audiometristi, Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, Tecnici della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro, Assistenti Sanitari, Tecnici di Riabilitazione Psichiatrica, Terapisti Occupazionali, Educatori Professionali, Tecnici Audioprotesisti, Tecnici Ortopedici, Igienisti Dentali e Podologi la sosterranno.

Cordiali saluti

Il Segretario Generale
Adamo Bonazzi