Signor Ministro, con l’approssimarsi della presentazione alle Camere della sua relazione sullo stato della giustizia, programmata per mercoledì 27 gennaio, con la presente intendiamo esternare tutte le nostre perplessità sul suo operato a capo del Ministero della giustizia, a far data dal 1 giugno 2018, all’interno del primo governo Conte e di quello attuale.

La prima critica riguarda la riforma della prescrizione, un provvedimento che allungherà ulteriormente la durata già inaccettabile dei procedimenti, mentre la soluzione di questo gravissimo problema richiede – da un lato – l’immediato bando di pubblici concorsi per la copertura delle pesantissime lacune degli organici di tutti i profili professionali (magistrati, cancellieri, assistenti giudiziari, operatori, direttori…) e – dall’altro – la digitalizzazione dell’intero iter processuale, ancora incompiuta, soprattutto nel settore penale.

Si pone, infatti, come una priorità assoluta lo smaltimento dei procedimenti civili e penali pendenti (che sfiorano i 5 milioni, con ricadute pesantissime anche sul sistema economico e sul settore penitenziario), e la velocizzazione degli stessi, che si renderà possibile soltanto con una riforma strutturale dell’intera macchina della giustizia, con l’apporto permanente delle risorse sopra ricordate, umane e tecnologiche, dando ai direttori il riconoscimento delle responsabilità esercitate.

Dobbiamo poi stigmatizzare quanto fatto nel settore penitenziario, dove lo scoppio dell’emergenza sanitaria ha creato moltissime situazioni di ingestibilità delle strutture, ricordiamo le rivolte e le devastazioni dello scorso mese di marzo culminate con alcune evasioni di massa e la morte di una decina di detenuti; e poi, le scarcerazioni di molti pericolosi boss mafiosi, operate dalla competente magistratura di sorveglianza, ma sulla base di una pessima gestione della pandemia all’interno degli istituti.  Circostanze queste che hanno peggiorato le già difficili condizioni di lavoro di migliaia di operatori penitenziari, acuendo il loro disagio ed il loro malessere.

Ci sembra, Ministro Bonafede, che il bilancio di questi suoi 32 mesi al vertice di uno dei dicasteri più importanti del Paese sia assolutamente deludente, in quanto non sono stati sciolti i nodi più importanti ed anzi, alcune situazioni sono decisamente peggiorate.

Distinti saluti.  

Il Coordinatore Nazionale Paola Saraceni

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