Il G20, il foro internazionale che riunisce le principali economie del mondo, nel 2021 si tiene sotto la guida dell’Italia. Nel corso dell’anno, si stanno tenendo incontri ed eventi legati ai grandi temi dell’agenda globale, tra i quali l’emancipazione femminile,

, i cui lavori trovano spazio all’interno del W20 (Women 20), un tavolo ad hoc istituito nel 2015, il cui obiettivo è promuovere una prospettiva di genere nelle discussioni del G20, favorendo l’uguaglianza uomo/donna e l’emancipazione femminile.

Sono 5 i punti strategici che il W20 affronterà nel 2021:

  1. E’ necessario un cambio radicale di prospettiva, nel senso che le donne non sono persone svantaggiate da includere, ma sono l’altra metà del mondo. Nell’ambito educativo, occorre eliminare le barriere che impediscono l’accesso a determinate aree, così come vanno rimossi gli ostacoli all’ingresso e alla permanenza delle donne nel mercato del lavoro.
  2. I Governi devono assumere iniziative concrete per la crescita dell’occupazione femminile, e adottare misure che consentano di alleggerire il lavoro casalingo, ancora troppo spesso sulle spalle delle donne, attraverso un rafforzamento dei servizi sociali, scolastici e sanitari pubblici; inoltre, andrà supportata l’imprenditoria femminile, mediante facilitazioni per l’accesso al credito e investimenti nella formazione professionale.
  3. I Governi dovranno adottare un piano globale finalizzato alla lotta contro gli stereotipi di genere che vengono interiorizzati sin nell’infanzia, e condizionano le donne stesse che, inconsapevolmente, si pongono dei limiti nella realizzazione scolastica e professionale, per cui è necessario un intervento trasversale che coinvolga il linguaggio, i media, la società tutta.
  4. I Governi devono lanciare un piano globale per contrastare tutte le forme di violenza contro le donne, sviluppando centri anti-violenza sui territori e formando adeguatamente il personale sanitario e le forze dell’ordine che devono accogliere e gestire le vittime della violenza di genere.
  5. Infine, andrà accompagnata la transizione ecologica attraverso la piena valorizzazione dei talenti femminili che hanno condotto le battaglie in difesa della terra e sono state i pilastri nella lotta alla pandemia.

Questa organizzazione sindacale ha sempre evidenziato l’esigenza di arrivare ad una autentica parità di genere che rimane uno dei presupposti di ogni società che voglia definirsi civile.

Il cambiamento che si rende necessario parte dal superamento di forti stereotipi culturali, sulla base dei quali le donne sono tagliate fuori da moltissimi percorsi di crescita culturale e professionale: si pensi, ad esempio, al settore ICT, ove la presenza femminile è fortemente minoritaria, e più in generale, alla sperequazione in termini economici, professionali e di carriera, sofferta dalle donne sui posti di lavoro.

Non va poi dimenticato che la percentuale di donne occupate in Italia è tra le più basse d’Europa, e il non essere autonome economicamente le rende facilmente ricattabili, costringendole non di rado a perpetuare relazioni e rapporti anche problematici con i loro partner, creando in tal modo scenari ove il conflitto può esasperarsi e sfociare nei gravissimi fatti di violenza cui assistiamo con sempre maggiore frequenza.

Ma lo squilibrio di genere ha radici profonde, parte dalla definizione dei ruoli all’interno del nucleo familiare, alla ripartizione del lavoro domestico, di quello di educazione dei figli e di cura degli anziani.

Per modificare questi assetti consolidati, è necessario favorire un profondo processo di crescita culturale, che deve trovare spazio nei percorsi educativi e formativi, sin dalla prima infanzia; ma è indispensabile che, contestualmente, l’apparato normativo si adegui a questo cambiamento, prevedendo la piena conciliazione dei tempi di lavoro e di vita delle lavoratrici, con l’adozione strutturata e permanente della modalità di lavoro agile, con l’incremento del numero degli asili nido pubblici a prezzi calmierati e, più in generale, con la piena tutela della maternità.

Devono essere abbattute tutte le barriere che ancora impediscono alle lavoratrici di percorrere le carriere dei loro colleghi uomini, prevedendo una reale uguaglianza in termini di opportunità, retribuzione, garanzie: spazi questi che andranno creati all’interno dei contratti stessi, con specifiche norme.

Auspichiamo, in conclusione, che la rilevanza mondiale del W20 possa contribuire ad indicare ai decisori politici il cammino verso una concreta emancipazione della condizione femminile, in linea con quanto questa organizzazione sindacale ha sempre chiesto e continuerà a chiedere agli stessi, nell’interesse di tutte le donne e le lavoratrici italiane.                                            

Coordinamento Donna