Il 30 e 31 ottobre si è tenuto a Roma (per la prima volta in Italia) il summit dei 20 Paesi economicamente più avanzati del mondo, il G20, al quale due di questi (la Federazione Russa e la Cina) hanno partecipato da remoto, senza quindi presenziare all’evento romano.

Ricordiamo che il G20 nacque a seguito della crisi finanziaria del 2008, quando i leader mondiali organizzarono il primo vertice dei leader del G20 a Washington, per cercare soluzioni a livello globale.  

Il peso dei Paesi membri del G20 è enorme, basti pensare che rappresentano circa il 90% del PIL mondiale, l’80% del commercio mondiale e i due terzi della popolazione mondiale, nonché circa il 60% dei terreni coltivabili e l’80% circa del commercio mondiale di prodotti agricoli.[1]

L’evento ha visto l’Italia al centro del Pianeta, ed unanime è stato l’apprezzamento per l’organizzazione e la puntualità, complice anche l’incomparabile scenario offerto dalla Città Eterna.

Dopo molti anni durante i quali l’Italia è stata sempre in secondo piano, all’ombra della diade franco-tedesca, oggi il nostro Paese si è riappropriato di un ruolo primario di guida della Comunità Europea.

Le risultanze del Summit, come evidenziate all’interno della Dichiarazione finale dei Leader del G20 di Roma (G20 Rome Leaders’ Declaration) sono state di modesta portata anche se, considerate le aspettative, sono state ritenute più che soddisfacenti dai partecipanti.

In particolare, nella giornata conclusiva del vertice è stata trovata l’intesa sull’emergenza climatica: al riguardo, il premier italiano Mario Draghi ha affermato: “Il G20 è stato un successo, abbiamo riempito di sostanza il ‘bla bla bla’. Nella lotta al cambiamento climatico, l’Italia triplicherà il suo impegno finanziario con 1,4 miliardi di euro all’anno“. [2]

Tale scelta apre uno scenario importante per il nostro Paese, con riguardo ai massicci investimenti che si renderanno necessari nei prossimi anni per garantire la transizione verso un green economy che contribuisca a ridurre in modo sensibile le emissioni di anidride carbonica nell’ambiente e l’inquinamento correlato.

Questo ci consentirà di fare la nostra parte all’interno del panorama globale, atteso che il G20 di Roma ha ribadito ancora una volta che le problematiche connesse all’inquinamento e al riscaldamento globale potranno risolversi soltanto attraverso rigide politiche adottate da tutti i Paesi, a partire da quelli che sono in cima alla graduatoria delle emissioni.

Si aprono quindi grandi possibilità di impiego per migliaia di giovani, preparati e specializzati, da assumere stabilmente con retribuzioni allineate agli standard europei, al fine di garantire sia il processo di transizione che la gestione ordinaria della nuova economia.

In tal modo nascerà una nuova generazione di professionisti, a tutti i livelli, che sarà in grado di cambiare radicalmente il Paese, proiettandolo in un futuro dove l’impatto delle attività umane sull’ambiente sarà sostenibile dal nostro pianeta, un futuro verso il quale, come è emerso dal G20 di Roma, bisogna muoversi immediatamente, pena il rischio di arrivare al punto di non ritorno.


[1]https://ec.europa.eu/info

[2] https://www.governo.it/it/articolo/g20-rome-summit-31-ottobre/18409