Dopo la pausa estiva, vogliamo riportare qui alcune nostre riflessioni, che derivano dalla semplice osservazione di quello che accade intorno a noi e che ci lascia sempre più sgomenti ed interdetti. In particolare,

vogliamo mettere in evidenza alcune contraddizioni che caratterizzano il nostro bel Paese che, a guardarlo bene, proprio tanto bello non ci sembra più… Il denominatore comune di questo scenario è la mancanza di una giustizia di fondo, laddove questa è parziale, capovolta, inesistente, a volte addirittura grottesca, troppo spesso forte con i deboli ma tremendamente debole con i forti. Tanti sono gli esempi che potremmo citare, qui ci limiteremo ad alcuni, a nostro parere molto significativi. Si vanno moltiplicando, soprattutto nelle nostre grandi città, gravissimi episodi di violenza, spesso gratuita, in danno di soggetti fragili, come anziani, ragazze e ragazzi spesso minori, disabili, con conseguenze a volte tragiche: troppe volte i responsabili, anch’essi non di rado giovani e giovanissimi, restano impuniti perché, anche se arrestati, tornano presto liberi, o magari vengono messi agli arresti domiciliari dai quali evadono frequentemente. Questa situazione crea, da un lato, un crescente senso di impunità che incoraggia la commissione di questi reati da parte di soggetti a rischio di condotte devianti e, dall’altro, aumenta il senso di insicurezza in larghe fasce della popolazione, che non di rado invoca una giustizia, anche sommaria. Al riguardo, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il D. L. 15 settembre 2023, n. 123 (c.d. decreto Caivano), che dovrà essere approvato dal Parlamento entro 60 giorni, concernente “Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale”, che contiene misure a carattere preventivo rivolte anche ai genitori dei minori a rischio di queste condotte violente. Assistiamo ad episodi sconcertanti, come il caso di un anziano che, dopo un ricovero in ospedale, ha trovato la sua casa occupata da una famiglia di rom e, poiché la stessa era composta anche da minori, non si è potuto riappropriare subito della sua abitazione, ma ha dovuto attendere le lungaggini burocratiche per rientrare in possesso della sua vita. Vediamo anziani precipitare nell’abisso della povertà assoluta, perché con le loro pensioni sociali non possono fronteggiare la crescente inflazione che rende impossibile mettere insieme il pranzo con la cena, mentre lo Stato spende milioni di euro per accogliere, mantenere, curare, decine di migliaia di migranti economici, determinando di fatto l’aumento dei poveri nel nostro Paese, col grave rischio dello scoppio definitivo di tensioni sociali crescenti. L’Europa ci impone scelte, che definisce “ecologiche”, che gravano pesantemente sulle tasche dei cittadini (per la ristrutturazione delle abitazioni, per l’acquisto di auto elettriche), quando i dati indicano chiaramente che l’Europa produce meno del 10% dell’inquinamento atmosferico globale, che è dovuto soprattutto alle emissioni di CO2 da parte di Cina, India, USA e Russia. Come evidenziato in premessa, si tratta solo di alcuni esempi di una grave carenza di credibilità della giustizia, di cui essa necessita per essere riconosciuta e condivisa dal consesso civile, pena il suo progressivo disgregarsi con il conseguente imbarbarimento della società. Di fronte a questo pericolo, occorre che la politica continui ad adottare interventi mirati, che vadano ad incidere sulla vita dei cittadini, al fine di migliorarne le condizioni economiche, sociali, di sicurezza: in questa direzione, ci sembrano andare il citato decreto Caivano, così come il nuovo testo del Codice della strada, approvato dal Consiglio dei ministri il 18 settembre u.s., che tenta di arginare la strage senza fine sulle nostre strade, causata da condotte irresponsabili, agite da troppi guidatori, anche qui spesso giovani e giovanissimi.

Paola Saraceni Segretario Nazionale di Federazione

347.0662930 fsi.funzionicentrali@usaenet.org