Con l’approvazione da parte del Consiglio regionale della legge che recepisce i contenuti della sua riforma della Pubblica Amministrazione (decreto legislativo n. 150/2009) la Regione Lazio adotta stabilmente i parametri della così detta ‘riforma Brunetta’ per la sua azione amministrativa.

La legge regionale appena approvata – infatti – descrive il ciclo della prestazione organizzativa, sia degli uffici che individuale, con la definizione e assegnazione degli obiettivi, allocazione delle risorse, monitoraggio, misurazione e valutazione dei risultati; prevede l’istituzione degli Organismi indipendenti di valutazione e disciplina il meccanismo di attribuzione selettiva di premi e incentivi al personale vietando espressamente gli automatismi. Nella legge regionale vengono inoltre salvaguardate le pari opportunità nel percorso di carriera dei pubblici dipendenti.
Si aggiunge così anche il Lazio alle altre sette regioni – Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia e Valle d’Aosta – che hanno già organicamente recepito i contenuti della riforma. Altri Consigli regionali però (Abruzzo, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Umbria e Veneto) sono in dirittura d’arrivo e stanno concludendo l’iter di approvazione di analoghe proposte di legge oppure hanno già recepito i contenuti del decreto legislativo n. 150/2009 con atti amministrativi (Molise, Piemonte, Toscana, Provincia autonoma di Trento, Provincia autonoma di Bolzano)”.

Insomma, viste le diverse maggioranze che governano le regioni interessate c’è da chiedersi: perché tutti la criticano se poi tutti la applicano ?

Ufficio Stampa