Signora Capo Dipartimento, con riferimento alle iniziative prese in tema di lavoro agile per coniugare il proseguimento delle attività essenziali con le misure sanitarie volte ad evitare il propagarsi del contagio da covid-19,

dobbiamo purtroppo constatare che da moltissimi lavoratori in servizio presso gli uffici giudiziari sparsi sull’intero territorio nazionale ci giungono in continuazione segnalazioni in merito alle enormi difficoltà – quando non la totale impossibilità – di operare nella modalità indicata.

Come Organizzazione sindacale, riteniamo sia nostro dovere e nostro diritto portare alla Sua attenzione le difficoltà incontrate da migliaia di lavoratori, al fine di superarle per garantire il corretto svolgimento delle attività istituzionali non rinviabili.

La possibilità di accedere alla pec dell’ufficio, che consente di trasmettere da remoto le notifiche, è fortemente limitata dall’attuale impossibilità per il personale in regime di lavoro agile di utilizzare i programmi SCIP, TIAP, DAP ricerca ristretti (penale) e SICID (civile): l’accesso a detti programmi risulta essenziale per garantire un corretto svolgimento del lavoro.

            Allo stato infatti, gli unici programmi utilizzabili da remoto sono SIAMM, SICOGE e SCRIPTA: peraltro, per attivarli serve la firma digitale, che si ottiene mediante la scheda personale, che si ottiene in circa due settimane normalmente (e con le molte richieste ipotizzabili in questo periodo, potrebbe volerci anche un mese), mentre non è pensabile utilizzare la carta provvisoria per evidenti motivi di sicurezza.

Relativamente poi alla possibilità di frequentare in questo periodo dei corsi di formazione in e-learning, si evidenzia che è necessario che l’Ufficio faccia richiesta degli specifici corsi attivati sulla piattaforma, peraltro presenti in misura ridottissima e dei quali non risulta esserci un elenco.

Queste segnalazioni sono soltanto alcune, le più ricorrenti, che abbiamo raccolto sentendo i lavoratori degli uffici giudiziari, il cui enorme sforzo di garantire lo svolgimento delle attività istituzionali deve essere supportato da provvedimenti concreti e mirati, capaci di incidere efficacemente sull’operatività concreta.

Viceversa, si corre il rischio di proseguire con la politica degli annunci che serve solamente ad aumentare il disorientamento e lo scoraggiamento di migliaia di lavoratrici e di lavoratori, ai quali occorre invece, mai come in questo momento, fornire indicazioni chiare e strumenti efficaci.

Al riguardo, vogliamo citare l’interessante contributo del Presidente del Tribunale di Livorno che, a seguito dell’emanazione dei provvedimenti che invitano la pubblica a amministrazione a privilegiare ove possibile le modalità di lavoro agile (fino a definirle come la modalità prevalente), ha incaricato il suo personale di individuare le attività lavorative

delocalizzabili, ossia che possono essere eseguite da casa.[1]

In estrema sintesi, il magistrato ha così suddiviso le attività dell’Ufficio:

  1. Attività di tipo contabile/amministrativo, interamente de localizzabile, grazie alla accessibilità dall’esterno ai sistemi Script@, Siamm e Sicoge
  2. Attività di cancelleria – settore civile, che potrebbe essere assolta da casa, ma a ciò osta la non accessibilità dall’esterno ai sistemi Sicid e Siecic
  3. Attività della cancelleria penale, che necessiterebbe, per essere svolta da casa, della realizzazione del processo penale telematico e della possibilità per il lavoratore, di accedere da remoto ai sistemi informatici penali (Sicp, Tiap, Snt,…)
  4. Attività di riorganizzazione o miglioramento della ordinaria attività, come revisione modulistica, archiviazione digitale di documenti cartacei ed altro ancora, attività eseguibili da casa, anche se non di primaria importanza.

Crediamo che l’esempio citato appare estremamente illuminante in merito alle concrete possibilità di applicazione del lavoro agile nei confronti del personale in servizio presso gli uffici giudiziari di tutta Italia.

Confidando nel recepimento di quanto rappresentato, porgiamo i nostri migliori saluti.

Il Coordinatore Nazionale Paola Saraceni

347.0662930  –  fsi.funzionicentrali@usaenet.org     

[1] L’articolo, curato dallo stesso Presidente del Tribunale di Livorno, dott. Massimo Orlando, è pubblicato su www.questionegiustizia.it