Egregio signor Ministro,
Le scriviamo in merito a quanto si sta verificando all’interno degli uffici giudiziari ove è stato assegnato personale proveniente dalla Croce Rossa Italiana.
La circostanza, come è noto, è stata determinata dall’esigenza di ricollocare centinaia di lavoratori nell’ambito della riorganizzazione dell’Ente citato attraverso le procedure di mobilità; in tale scenario, attesa la fortissima carenza di personale giudiziario e la impressionante mole di arretrato da smaltire, si è ritenuto opportuno contemperare le due esigenze attraverso l’assegnazione di un consistente numero di operatori già CRI presso diversi uffici giudiziari.
A seguito dei numerosi incontri e dei colloqui sostenuti con questi lavoratori, abbiamo verificato l’esistenza di criticità molto rilevanti.
Centinaia di operatori appartenenti alle diverse professionalità del campo socio-sanitario, da sempre impegnati in una professione di aiuto che richiede, oltre che specifiche competenze tecniche, anche una predisposizione non indifferente nei rapporti umani, si sono trovati catapultati all’interno di uffici polverosi e affollati, a doversi occupare di fascicoli, carte, atti complessi; a questo si aggiunga che non è stato possibile prevedere per loro una formazione adeguata.
Con questo provvedimento, in buona sostanza, si è andati a mortificare moltissimi lavoratori, disperdendone l’enorme patrimonio umano e professionale, senza peraltro raggiungere l’obiettivo di supportare adeguatamente il personale giudiziario, che continua ad essere sommerso dal lavoro arretrato.
Crediamo che una soluzione adeguata sia, da un lato, destinare gli operatori già CRI all’interno di strutture ed uffici di altre amministrazioni, ove gli stessi possano fornire un contributo concreto esercitando, almeno parzialmente, le loro capacità e il loro sapere; dall’altro, occorre procedere ad assunzioni mirate di personale da destinare agli uffici giudiziari, selezionando tra chi è in possesso dei titoli necessari a svolgere le funzioni specifiche.
Chiediamo pertanto al Signor Ministro di prendere in considerazione quanto richiesto e di disporre quanto necessario; le parole pronunciate da un non più giovane e smarrito operatore socio-sanitario all’interno del suo nuovo ufficio, un buio archivio del tribunale, “… io prima salvavo vite umane …” non ci possono lasciare indifferenti, e rappresentano la cartina al tornasole di un profondissimo disagio diffuso tra tutti questi lavoratori.
La ringraziamo per l’attenzione, in attesa di conoscere le Sue determinazioni nel merito.
Il Coordinatore Nazionale Funzioni Centrali
Paola Saraceni
347.0662930