Il Patto per la salute 2010-2012 è stato pubblicato sulla «Gazzetta Uffciale» n. 3 del 5 gennaio 2010.
Il nuovo Patto porta il totale dei finanziamenti 2010-2012 a circa 330 miliardi. E, anche se restano da reperire con ulteriori provvedimenti circa 2 miliardi degli aumenti ipotizzati varrà circa 10 miliardi in più del previsto.

Ecco le principali novità:

PIANI DI RIENTRO
In caso di verifica non positiva dei risultati economici dell’anno passato, scattano immediatamente l’innalzamento delle aliquote Irpef e Irap al massimo del consentito, il blocco del turn over fino alla fine del secondo anno successivo a quello della verifica, il divieto di effettuazione di spese non obbligatorie. Se lo scostamento supera il 5% (o anche inferiore se i meccanismi di copertura non garantiscono l’eliminazione del disavanzo) va predisposto il Piano di rientro che la Regione che supera il livello di debito ha l’obbligo di presentare entro il 30 giugno. È elaborato con l’ausilio dell’Aifa e dell’Agenas e valutato dalla (nuova) Struttura tecnica di monitoraggio a composizione paritetica Stato-Regioni. Il Consiglio dei ministri accerta l’adeguatezza del Piano: se positivo lo approva e la Regione lo attua; se negativo (o non presentato o non attuato) scatta il commissariamento.

Il presidente della Regione assume il ruolo di commissario
È il presidente della Regione che assume il ruolo di commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro. All’atto della sua nomina (sia per la predisposizione che in caso di mancata attuazione del Piano), oltre agli automatismi previsti in caso di verifica non positiva (innalzamento al massimo delle aliquote Irap e Irpef) ne scattano altri: sospensione dei trasferimenti erariali non obbligatori (da individuare con un successivo Dpcm), decadenza automatica dei direttori generali, amministrativi e sanitari, innalzamento ulteriore delle aliquote Irap (+0,15%) e Irpef (+0,30%). I sub-commissari potranno essere previsti per specifici aspetti del Piano non realizzati. Per i Piani in vigore e i commissariamenti già in essere al momento dell’approvazione del nuovo Patto, resta fermo l’assetto della gestione commissariale in vigore, ma la Regione può presentare un nuovo Piano in base alla nuova disciplina e il commissariamento può cessare con l’approvazione di questo Piano.

Risparmi e interventi sulle tariffe dei Drg
Le misure di risparmio previste dal nuovo Patto agiscono anche sulle tariffe. Prima di tutto con lo stralcio e l’anticipazione nell’intesa dei 108 Drg a rischio e dei 24 da trasferire dalla day surgery al regime ambulatoriale già scritti nei Lea pronti per l’approvazione (v. Il Sole-24 Ore Sanità n. 45/2009) che dovrebbero far risparmiare tra gli 800 milioni e un miliardo. Ma in caso di disequilibrio eccessivo tutte le Regioni, anche quelle senza Piani di rientro, dovranno prevedere manovre che coprano almeno il 20% del deficit (il resto può essere coperto con fondi propri) e tra le misure figurano anche regressioni tariffarie per il privato accreditato: la riduzione del 40% della tariffa giornaliera per la riabilitazione scatterà dopo 45 giorni (non più 60); la riduzione dal 30 al 40% della tariffa in lungodegenza dopo 60 giorni e misure per l’equilibrio dell’intramoenia per la quale potranno anche essere incrementate le tariffe.

Riduzione dei posti letto e operatori
Tra le misure previste dal nuovo Patto c’è la riduzione dei posti letto per acuti da 4,5 a 4 posti letto per mille abitanti di cui 0,7 per mille da dedicare alla lungodegenza. Scendono così da 3,8 a 3,3 per mille abitanti gli standard di posti letto per acuti, con un conseguente taglio di circa 9.800 posti letto entro il 2011 (entro giugno 2010 per le Regioni con Piani di rientro). La ristrutturazione della rete ospedaliera prevede anche il perfezionamento di accordi interregionali sulla mobilità sanitaria perché nei nuovi standard siano compresi anche i pazienti di altre Regioni e l’individuazione di standard di ospedalizzazione, struttura e appropriatezza delle prestazioni. Per quanto riguarda il personale sono confermati la riduzione stabile degli organici e il ridimensionamento dei fondi per i contratti integrativi previsti dal vecchio Patto, ma si aggiungono standard al ribasso anche nella determinazione delle strutture semplici e complesse (coordinamenti e primariati) per dirigenti e comparto.

Ufficio Stampa