Alcune delucidazioni sull’imposta:

COS’E’ L’IMU?
L’IMU (Imposta Municipale Propria) è la nuova imposta sugli immobili introdotta dal “Decreto Salva Italia” del Governo Monti, che sostituisce l’ICI a partire dal 1° gennaio 2012, in forma sperimentale per gli anni 2012, 2013 e 2014.
CHI PAGA L’IMU?
L’IMU deve essere pagata dai proprietari di immobili, compresa la prima casa o casa di abitazione, compresi terreni agricoli e aree fabbricabili, e dai titolari di diritti reali di usufrutto, abitazione, uso, enfiteusi o superficie, sugli immobili stessi.


QUANDO SCADE L’ULTIMA RATA DELL’IMU
La scadenza della seconda/terza rata dell’IMU scade il 17 dicembre 2012

COSA SERVE PER IL CALCOLO DELL’IMU?
Per calcolare l’IMU è innanzitutto necessario essere in possesso delle rendite catastali (recenti) relative ai propri immobili. Le rendite  sono riportate sulle visure catastali  oppure su rogiti notarili o atti di successione.   Qualora non si fosse in possesso di tali documenti (recenti) è possibile richiederli presso i nostri uffici il servizio di visura online dal sito dell’Agenzia del Territorio.
Inoltre è necessario conoscere il periodo di possesso (data di acquisto o cessione), il tipo di uso (prima casa – casa concessa in locazione – comodato d’uso) e la data di variazione del tipo di uso, evento che è avvenuto nel corso dell’anno 2012. E’ importante presentare anche la copia del pagamento già effettuato della prima e in caso fosse stata pagata della seconda rata.

L’IMU È UNA TASSA INIQUA.
Da una indagine effettuata da Bankitalia sui bilanci dei cittadini italiani del 2008 risulta che le famiglie italiane sono proprietarie della casa nella quale vivono nel 68,4% dei casi mentre il 21% dei nuclei vive in affitto, il 7,4% occupa l’abitazione a uso gratuito, il 2,8% in usufrutto e lo 0,3% a riscatto, da questi dati ci è pertanto facile affermare che questa nuova gabella colpisce indistintamente tutti i cittadini proprietari di immobili ma indirettamente anche quanti vivono in affitto i quali si troveranno presto a subire aumenti dei canoni di locazione da parte dei proprietari il tutto indipendentemente dalla capacità reddituale, basti pensare ai pensionati o a chi, torto collo, si trova senza lavoro.
Dobbiamo dire inoltre che questa tassa è ancora più ingiusta perché con l’attuale sistema di rendita catastale, i valori registrati sono diversi per ogni città a parità di valore commerciale tanto che ci sono numerosi casi in cui persone a reddito elevato non pagano quasi niente e altri in cui persone a basso reddito pagheranno un’Imu elevata. È dimostrato infatti che alcuni proprietari di prima casa che hanno più di 75mila euro di reddito dichiarato, l’Imu non la pagano.
Altro motivo di tassa ingiusta lo si desume da una serie di buchi interpretativi che lasciano lo spazio ad atteggiamenti elusivi, come il possibile caso di chi dispone di più immobili ad esempio moglie e marito ciascuno proprietario di un immobile in comuni diversi, di cui uno destinato a dimora abituale ed anagrafica della moglie e l’altro destinato a dimora abituale ed anagrafica del marito, secondo la normativa attuale in tale caso infatti sono previste le condizioni agevolate di prima casa per entrambi gli immobili.
Fortunatamente è un’imposta che hanno definito “provvisoria”. Si ma intanto è prevista fino al 2015!

LE TREDICESIME 2012 PIÙ POVERE
Il Governo è riuscito nel suo intento originario, le tredicesime sono state praticamente cancellate, basta vedere gli importi del saldo IMU 2012 che dovrà essere versato entro il 17 dicembre e si fa presto a comprendere che quasi metà delle famiglie italiane si vedranno prelevare buona parte, se non tutto, dell’importo della famosa “gratifica natalizia” , anche i termini di pagamento sono beffardi, infatti l’IMU le famiglie lo devono pagare (17 dicembre) prima ancora di prenderla la tredicesima (di solito prevista entro il 20 dicembre) con il rischio di doversi indebitare.
La nostra organizzazione sostiene che la tassazione del patrimonio deve essere orientata al patrimonio che genera risparmio o rendita e non al patrimonio necessario alla gestione del quotidiano, abbiamo sostenuto infatti che la tassazione andrebbe applicata solo ai consumi e anche in questo caso distinguendo i beni necessari da quelli voluttuari.
5.12.2012 Stefano Castagnola

DISEGNO DI LEGGE 2012 (DELEGA FISCALE)
Il Consiglio dei ministri del 16 aprile 2012 ha approvato il ddl di delega per la revisione del sistema fiscale, presentato al Parlamento lo scorso 18 giugno (A.C. 5291). L’assemblea della Camera ha avviato l’esame del testo che nel corso dell’esame in sede referente è stato modificato in modo significativo ed accorpato in 4 articoli.

Ecco il sommario degli argomenti affrontati nel disegno di legge di delega
La riforma del catasto
Il contrasto all’evasione e all’elusione fiscale
L’abuso del diritto e la tax compliance
L’apparato sanzionatorio e il sistema dei controlli
La riscossione degli enti locali e la tutela dei contribuenti
La tassazione dei redditi d’impresa
La delega in materia di giochi

SE POTESSI DETRARMI GLI SCONTRINI FISCALI, CI GUADAGNEREI?
Quanta incertezza regna ancora sull’argomento, rispetto all’introdurre nel sistema fiscale italiano l’eventualità di detrarre qualsiasi scontrino ricevuto davanti alle casse.
Il Senato, infatti, ha bocciato ogni possibilità imponendosi con in bel “no!”
Quindi la cosiddetta “Delega Fiscale” ritorna in Commissione Finanze.
Ma in cosa consiste e cosa potrebbe comportare novità come questa?
Per prima cosa la Delega Fiscale altro non è che un disegno di legge con il quale viene affidato al governo il compito di revisionare in parte un sistema tributario emanando uno o più decreti legislativi, senza peraltro riformare radicalmente il sistema fiscale stesso, ma semplicemente correggendo l’esistente in modo da contrastare l’evasione o l’elusione fiscale.
Ecco quindi che il Senato si apprestava a visionare la proposta governativa che consisteva appunto nella possibilità di scontare le tasse ai contribuenti (detrazioni) allegando alla dichiarazione dei redditi gli scontrini raccolti durante l’anno. Ciò avrebbe indotto i clienti a ricorrere ai venditori che emettono le ricevute e per contro invogliato i commercianti ad emetterle per non perdere il cliente.
Appare del tutto ovvio che il beneficio per l’utente è tale solo se lo “sconto” effettuato dallo Stato è superiore all’Iva.
Al Senato hanno obiettato che una previsione simile produrrebbe uno squilibrio tra le entrate e le uscite, insomma tale meccanismo di “contrasto di interesse” creerebbe soltanto un inasprimento della fiscalità generale, perdita di gettito da parte dello Stato, ma soprattutto l’incertezza di risultato sull’emersione di sommerso.
Qualcun altro ha aggiunto che meglio sarebbe tornare a multare, come un po’ d’anni fa, il cliente finale sprovvisto di scontrino o ricevuta e contemporaneamente chi non li ha emessi.
Ma sarà proprio così?

Stefano Castagnola