Al Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa

 

Signor Ministro,

è  con profondo dolore e sgomento che stiamo assistendo alla conta quotidiana di morti, dispersi, feriti, e all’inventario dei danni catastrofici provocati dall’ennesima ondata di maltempo che ha flagellando l’Italia nei giorni scorsi.

La straordinaria furia degli elementi (pioggia, vento, mareggiate) spiega solo in minima parte questo tragico bilancio, al contrario sono evidenti precise responsabilità umane all’origine di questi disastri.

Ci riferiamo a responsabilità ataviche, che riguardano decenni di mala gestione di un territorio di per sé già estremamente a rischio, come accertato già nel 2014 dall’ISPRA che nel suo Rapporto di sintesi sul dissesto idrogeologico in Italia evidenziava come il fabbisogno necessario per la realizzazione degli interventi per la sistemazione complessiva delle situazioni di dissesto sull’interno territorio nazionale ammontava a complessivi 44 miliardi di euro (di cui, 27 per il Centro-Nord, 13 per il Sud e 4 per il settore del patrimonio costiero).

Si tratta di una cifra enorme che oggi, a quattro anni di distanza, potrebbe essere diventata addirittura insufficiente, alla luce di quanto si è verificato in questo periodo.

Il caso della tragedia di Casteldaccia nel Palermitano è assolutamente emblematico: una casa costruita dove non poteva e non doveva essere costruita è stata travolta dal fiume esondato che scorre lì vicino, uccidendo nove persone tranquillamente riunite a cena: Le chiediamo, signor Ministro, ma si può morire in Italia, nel 2018, annegati dentro casa?

E’ di tutta evidenza che l’abusivismo edilizio, lo sfruttamento estremo del territorio, la cementificazione selvaggia, i disboscamenti incontrollati,…

 

ed altre mille condotte incivili ed illegali, contribuiscano a determinare in modo decisivo simili tragedie.

La colpa è sicuramente di molti di noi, ma le responsabilità maggiori sono in capo alla politica, che non ha saputo o voluto pianificare la gestione del territorio, in modo da prevenire, non certo gli eventi naturali, ma le loro conseguenze più tragiche: politica che non ha saputo o voluto reprimere le condotte illegali, l’abusivismo edilizio in primis, forse per la ricerca di un immediato consenso in termini di qualche voto in più a livello locale.

Crediamo sia giunto il momento, signor Ministro, non soltanto di intervenire con massicci stanziamenti per riparare i danni e risarcire chi è rimasto vittima di questi eventi, ma soprattutto di rivedere profondamente la politica di gestione del territorio, cambiandone la cultura stessa, nella testa dei politici e degli Italiani tutti, perché certe scelte, certi favori, certe agevolazioni di comodo a volte hanno un prezzo altissimo, insostenibile per il Paese.

La ringraziamo per la cortese attenzione, e confidiamo nella sensibilità di cui ci parla la Sua storia personale e professionale nell’attenderci decisioni volte realmente al cambiamento in questo settore vitale, così come recita il programma di questo Governo

Il Coordinatore Nazionale
Paola Saraceni
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