Signor Ministro,

con la presente intendiamo esprimerle tutte le nostre perplessità ed il più completo disaccordo su quanto indicato all’interno del decreto c.d. “Rilancio”, con riferimento a quanto stabilito dall’articolo 252 “Misure urgenti per lo svolgimento di concorsi per il personale del Ministero della giustizia”.

Da sempre infatti, questa organizzazione sindacale ha espresso con chiarezza quali debbano essere i criteri per la valutazione dei titoli utili ai fini delle assunzioni all’interno della Pubblica Amministrazione.

A nostro parere, deve essere data priorità assoluta alla progressione in carriera del personale interno, appartenente alla stessa amministrazione, dotato evidentemente della necessaria esperienza specifica che costituisce patrimonio prezioso ed insostituibile, che si sostanzia anche in un considerevole risparmio di spesa in relazione ai tempi necessari ai nuovi entrati per acquisire un sufficiente livello di autonomia operativa, tramite una formazione il cui onere ricadrebbe peraltro sui personale già in servizio.

A seguire, va privilegiata la provenienza da una diversa Amministrazione dello Stato, attesa l’unicità dell’appartato pubblico, a prescindere dei diversi comparti. In particolare deve essere privilegiata la posizione di coloro che, appartenenti ad altra amministrazione dello Stato, hanno prestato servizio presso gli uffici giudiziari per un periodo di tempo che ne assicura l’acquisizione di importanti competenze nei servizi giudiziari. Anche questa esperienza professionale deve pertanto avere la precedenza rispetto alla formazione meramente teorica di personale esterno che, pur formalmente preparato e fornito di titoli, è privo di qualunque conoscenza dei servizi di cancelleria a cui verrebbe preposto in caso di assunzione, con posizioni di vertice ma incapace, per un tempo non certo breve, di gestire e risolvere i problemi degli uffici giudicanti e requirenti in cui verrà assunto.

La invitiamo pertanto,  in sede di conversione del Decreto Legge, a conferire la dovuta rilevanza alle seguenti richieste le quali, in attuazione dell’art. 35, comma 1 della nostra Carta Fondamentale, costituirebbero il giusto riconoscimento al grande spirito di abnegazione che il personale amministrativo esprime da anni, assicurando – per quanto possibile, viste le condizioni in cui è costretto ad operare –  il funzionamento di uffici giudiziari in grave carenza d’organico e di risorse strumentali.

. Preliminarmente riteniamo di evidenziare l’approssimazione con cui viene indicato il titolo di studio previsto per l’accesso alla qualifica di funzionario giudiziario e direttore amministrativo (parificati nei criteri di accesso), per i quali è richiesta “la laurea in giurisprudenza o titolo equivalente”. In primo luogo si evidenzia che tale allocuzione non corrisponde a quella contenuta nel D.M. 9 novembre 2017 relativo alla rimodulazione dei profili professionali del personale non dirigenziale dell’Amministrazione giudiziaria, che prevede, per l’accesso dall’esterno, la “laurea in giurisprudenza, scienze politiche, economia e commercio o equipollenti”, comprendendo quindi classi di laurea ulteriori rispetto a quella di giurisprudenza, che qui paiono, incomprensibilmente, escluse. In secondo luogo, tale indicazione lascia spazio ad un’apertura interpretativa verso la laurea triennale per l’accesso ad entrambi i profili. Se questo titolo può essere sufficiente per l’accesso al profilo di funzionario giudiziario, non può assolutamente essere sufficiente per quello di Direttore amministrativo, che richiede, oltre a competenze direttive, anche capacità di approfondimento giuridico di notevole rilievo. Si evidenzia in proposito che il citato D.M.  9 novembre 2017 prevede, per l’accesso a tale qualifica, la Laurea magistrale o diploma di laurea (vecchio ordinamento) in giurisprudenza, scienze politiche, economia e commercio o equipollenti”: titoli di cui sono peraltro in possesso tutti i direttori amministrativi oggi in servizio presso il Ministero della Giustizia

  • Nell’art. 252 sono previsti bandi per 400 Direttori, 150 Funzionari giudiziari e 2700 Cancellieri, per i quali è previsto l’accesso da parte di personale interno e di magistrati onorari, avvocati e ricercatori. Chiediamo che in tutti i bandi venga prevista una riserva di posti di almeno il 50% per il personale interno e che, per ogni anno di servizio prestato presso l’amministrazione giudiziaria sia prevista l’attribuzione di un punteggio superiore a quello del personale esterno e che il servizio prestato abbia nella sostanza un “peso” maggiore rispetto ai titoli
  • Al fine di includere nella procedura gli oltre 1000 Funzionari provenienti da altre PA, che da anni prestano servizio con grande dedizione, chiediamo inoltre che, relativamente agli anni prestati presso l’amministrazione di provenienza, sia previsto un punteggio incrementale – inferiore a quello relativo al servizio presso l’amministrazione giudiziaria – per il personale interno proveniente da altre pubbliche amministrazioni, in servizio da almeno 3 anni presso l’amministrazione giudiziaria
  • Riteniamo che debba essere previsto un percorso privilegiato per l’accesso al profilo di Funzionario Giudiziario per i 2668 cancellieri esperti che sono stati esclusi dalla riqualificazione ex art. 21 quater, con punteggio aggiuntivo per ogni anno di servizio e riserva di posti del 50%. Tali dipendenti, depositari di rilevanti competenze, rischierebbero altrimenti di non poter (mai!) progredire alla qualifica di Funzionario, con grave violazione del citato art. 35, comma 1 della Costituzione

Quanto sopra, ovviamente non va inteso come una preclusione alle candidature provenienti dall’esterno, che possono rappresentare viceversa un elemento importante per il rinnovamento della pubblica amministrazione. Ma va ribadita con chiarezza la gerarchia dei criteri di valutazione dei titoli posseduti dai concorrenti, al fine di valorizzare l’esperienza professionale specifica, in primis del personale interno ed a seguire di quello proveniente da diversi comparti della pubblica amministrazione.

Questo, non soltanto nell’interesse dei singoli lavoratori, ma anche in quello più generale della stessa amministrazione, che in tal modo non disperderà il prezioso patrimonio di esperienza maturato nell’amministrazione giudiziaria e in grado di ottimizzare il funzionamento di servizi complessi, che già conosce e sa gestire.

In tema di assunzioni e alla luce dell’urgenza di coprire le piante organiche di vertice per migliorare l’efficienza e l’efficacia dell’amministrazione giudiziaria, atteso che sono attualmente vacanti 147 posti nelle posizioni dirigenziali del Ministero della Giustizia, chiediamo che, per la loro copertura,  venga previsto lo stesso percorso accelerato di selezione per titoli ed esame orale, attivando con urgenza bandi di concorso riservati agli attuali direttori amministrativi già in servizio, i quali non solo attendono il riconoscimento del proprio ruolo e l’attuazione del diritto alla progressione professionale da oltre 20 anni, ma che già in gran parte svolgono funzioni dirigenziali di Uffici periferici o presso importanti settori degli Uffici Giudiziari. Si allega in proposito la missiva già inviata da questa sigla sindacale in data 04/03/2020 e rinnovata il 18/05/2020, in merito alla copertura delle vacanze per le posizioni dirigenziali di seconda e terza fascia.

Ringraziamo per l’attenzione e restiamo in attesa di conoscere le determinazioni che saranno assunte nel merito di quanto rappresentato, anticipando fin d’ora che questa sigla sindacale avvierà eventuali azioni sindacali o giudiziarie in caso le presenti richieste non venissero accolte.

Il Coordinatore Nazionale                                                                                                                                                              Paola Saraceni

                                                                                                                                                                      347.0662930 – fsi.funzionicentrali@usaenet.org