E l´assessore vuole allegare alla mappa della nuova rete ospedaliera una riforma del sistema sanitario che martedì ha presentato in anteprima al presidente Lombardo a Palazzo d´Orleans. Un colpo d´ascia su Ausl e aziende ospedaliere, che da 29 dovrebbero essere ridotte a 14: le nove territoriali, i tre policlinici e due sole grandi direzioni ospedaliere a Palermo e Catania. Nel capoluogo, il Cervello potrebbe finire nella sfera amministrativa del policlinico. Stessa sorte, nella città etnea, per il Vittorio Emanuele. Un provvedimento che comunque porterebbe con sé il dimezzamento dei presidi ospedalieri più piccoli, che oggi dipendono dalle Ausl, con la riconversione dei posti letto “in esubero”. Manovra pesante, che ha lasciato perplesso Lombardo. «È naturale che il governatore, davanti a un disegno di legge di questa portata, voglia riflettere – commenta il segretario regionale dell´Mpa Lino Leanza – Ma davanti alle esigenze del piano di rientro, non ci sono molti margini di movimento. Anche l´Mpa, comunque, presenterà all´Ars un proprio disegno di legge di riforma».
L´Assemblea si sta già muovendo su altri fronti: la commissione Sanità ha approvato il disegno di legge che istituisce la conferenza per la programmazione sanitaria. Organismo previsto dal decreto Bindi del ?92 ma che in Sicilia non è mai nato. «Se il progetto andrà in porto – dice il deputato del Pd Giuseppe Lupo – il governo potrà revocare gli incarichi ai manager inefficienti senza il rischio di ricorsi che, proprio per mancanza della conferenza chiamata a esprimere un parere, sono stati finora sempre accolti dai Tar».
E già oggi Russo potrebbe siglare l´accordo con l´Aiop, l´associazione che rappresenta le cliniche private destinata a subire l´annunciato taglio del budget: 57 milioni in meno che porteranno lo stanziamento complessivo per il 2008 a quota 363 milioni. Da quella cifra, il governo regionale non si scosta di un centesimo. In cambio, sarà più morbido il provvedimento sui posti letto: la gran parte di quelli in bilico (435) non saranno eliminati ma convertiti in postazioni per riabilitazione e lungodegenza. E la riduzione delle somme relative alle cosiddette prestazioni inappropriate (quelle, ad esempio, eseguite attraverso i ricoveri ma che si possono fare pure in day hospital) non sarà spalmata su tutte le strutture: il taglio, in questo caso si tratta di 24 milioni, colpirà le aziende che, consuntivi alla mano, hanno fatto maggiormente ricorso a queste prestazioni. Una soluzione che potrebbe favorire le case di cura più grandi. Ancora un´ipotesi di intesa, ma il presidente dell´Aiop Barbara Cittadini ne ha già comunicato i punti salienti agli associati, con una lettera: ciò non eviterà, ad accordo chiuso, il malumore ufficiale dei baroni della sanità privata, ma la Cittadini conta di incassare un esito della trattativa che «prevede almeno criteri certi per l´applicazione delle riduzioni». E che dovrebbe evitare il licenziamento di 500 addetti.