Dall’Ape all’Opzione donna, dalla pensione anticipata con 41 anni di contributi all’Ottava salvaguardia: sono tante le possibilità per chi vuole pensionarsi in anticipo, sia onerose che gratuite, grazie alla Legge di bilancio 2017.
In questa breve guida tutte le opzioni all’orizzonte
Ape
L’Ape, anticipo pensionistico, la principale novità previdenziale di quest’anno, consiste nella possibilità di uscire dal lavoro dai 63 anni in poi, con 20 anni di contributi, quindi con un anticipo massimo di 3 anni e 7 mesi rispetto alla pensione di vecchiaia (il cui requisito, dal 2018, sarà uguale per tutti e pari a 66 anni e 7 mesi). L’uscita è possibile grazie al prestito di una banca convenzionata, che eroga l’Ape, pari a un massimo del 90-95% della futura pensione, in 12 ratei mensili.
Il prestito deve essere restituito in 20 anni ed è inoltre obbligatorio che il pensionato sottoscriva una polizza obbligatoria contro il rischio di premorienza: la restituzione del finanziamento e l’assicurazione determinano una penalizzazione della pensione del 4,7% per ogni anno di anticipo, in base alle notizie sinora diffuse.
Gli interessi beneficeranno, però, di una detrazione Irpef del 50%.
Ape aziendale
Per i lavoratori in esubero, l’azienda può coprire, in tutto o in parte, i costi dell’Ape, in modo che il lavoratore, pur effettuando il prepensionamento, non subisca tagli sulla pensione.
Rita
Per i lavoratori che aderiscono alla previdenza complementare, il fondo può erogare la Rita (rendita integrativa temporanea anticipata) che può, a seconda dei casi, sostituire l’Ape o coprirne una quota, in modo che il lavoratore non abbia penalizzazioni sulla futura pensione o che i tagli siano minimi.
Ape sociale
L’Ape sociale, o Ape agevolata, anziché essere erogata grazie a un prestito bancario, è una prestazione di assistenza erogata dallo Stato, pari a un massimo di 1.500 euro mensili. È riservata alle seguenti categorie di lavoratori:
- disoccupatiprivi di ammortizzatori sociali da almeno 3 mesi, se in possesso di almeno 30 anni di contributi;
- lavoratori che assistono da almeno 6 mesi un portatore di handicap grave, se si tratta del coniuge o di un parente di 1° grado, se in possesso di almeno 30 anni di contributi;
- lavoratori in possesso d’invaliditàalmeno pari al 74%, se in possesso di almeno 30 anni di contributi;
- addetti ai lavori usurantio a lavori particolarmente rischiosi ogravosi, se in possesso di almeno 36 anni di contributi, di cui gli ultimi 6 relativi all’attività gravosa o rischiosa.
Pensione anticipata quota 41
Possono ottenere la pensione anticipata con 41 anni di contributi (anziché con 42 anni e 10 mesi, per gli uomini o 41 anni e 10 mesi, per le donne) gli stessi lavoratori beneficiari dell’Ape sociale, se sono anche lavoratori precoci, cioè se possiedono almeno 12 mesi di contributi da effettivo lavoro versati prima del compimento del 19° anno di età.
Sono state abolite, per tutte le pensioni anticipate, comprese quelle non quota 41, le penalizzazioni sull’assegno per chi si pensiona prima dei 62 anni di età.
Addetti a lavori usuranti
Per gli addetti ai lavori usuranti, come classificati dal noto decreto del 2011 [1] e per gli addetti al lavoro notturno, è prevista, oltre alla pensione anticipata quota 41 per chi è anche lavoratore precoce e all’Ape sociale, la possibilità di usufruire della pensione di anzianitàcon le vecchie quote.
Per fruire di questa pensione di anzianità agevolata è necessario che il lavoratore maturi i seguenti requisiti, entro il 31 dicembre 2017:
– quota 97,7, con:
- almeno 61 anni e 7 mesi d’età;
- almeno 35 anni di contributi.
Se l’interessato possiede anche contributi da lavoro autonomo, la quota è pari a 98,7, con almeno 62 anni e 7 mesi di età e 35 di contributi.
Dalla maturazione dei requisiti alla liquidazione della pensione, non sarà più necessario attendere la cosiddetta finestra (pari a 12 mesi per i dipendenti e a 18 mesi per gli autonomi) in quanto è stata abolita dalla legge di bilancio. Per approfondire tutte le novità per gli addetti a lavori usuranti e gravosi.
Pensione anticipata a 63 anni
Per chi usufruisce del metodo di calcolo della pensione interamente contributivo (si tratta di chi non ha contributi versati prima del 1996 o di chi opta per il computo di tutti i contributi nella Gestione Separata), è possibile pensionarsi a 63 anni di età con 20 anni di contributi. È possibile ottenere la pensione, però, solo se l’assegno liquidato è pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale.
Opzione donna
Prorogata, dalla Legge di bilancio 2017, l’Opzione donna, che consiste nella possibilità di pensionarsi, per le lavoratrici:
- con 35 annidi contributi;
- con 57 anni e 7 mesidi età, se lavoratrici dipendenti;
- con 58 anni e 7 mesidi età, se lavoratrici autonome;
- previa attesa di una finestra, dalla data di maturazione dei requisiti sino alla liquidazione della pensione, pari a 12 mesi per le dipendenti e a 18 mesi per le autonome.
I requisiti devono essere posseduti alla data del 31 luglio 2016.
In cambio dell’anticipo della pensione, questa viene calcolata col metodo interamente contributivo, che risulta, nella maggior parte dei casi, notevolmente penalizzante.
Cumulo gratuito dei contributi
Un altro modo per raggiungere prima la pensione è il cumulo gratuitodei contributi. Il cumulo consiste nella possibilità di sommare i contributi presenti in gestioni previdenziali diverse, ai fini del diritto alla pensione, senza pagare alcun costo (come avviene per la ricongiunzione) e senza subire il penalizzante ricalcolo contributivo della pensione (come avviene per la totalizzazione). La pensione ottenuta non è unica, ma ogni gestione liquida la sua quota di trattamento.
Possono essere sommati anche i contributi appartenenti alle gestioni dei liberi professionisti. Il cumulo serve per ottenere:
- la pensione anticipata;
- la pensione di vecchiaia;
- la pensione d’inabilità;
- la pensione ai superstiti.
I requisiti da applicare, per accedere alla pensione sommando i contributi di fondi diversi, sono quelli di vecchiaia o anzianità contributiva più elevati tra i requisiti di tutti gli ordinamenti che disciplinano le singole gestioni.
Ottava salvaguardia
Concesso, dalla Legge di bilancio 2017, anche un ottavo provvedimento di salvaguardia: ricordiamo che la salvaguardia consiste nella possibilità di pensionarsi, per determinate categorie di lavoratori, usufruendo dei requisiti validi prima che entrasse in vigore la riforma Fornero [2], cioè, per la pensione d’anzianità, quota 96 (la quota è la somma di età e contributi posseduti dal lavoratore), con un minimo di 60-61 anni di età e 35 di contributi. I nuovi posti disponibili sono pari a 30.700 e saranno tutelati anche i lavoratori che raggiungeranno la pensione con le vecchie regole entro il 6 gennaio 2019.
Ricordiamo che le categorie beneficiarie della salvaguardia sono:
- i lavoratori in mobilità;
- gli autorizzati al versamento di contributi volontari;
- i cessati dal servizio;
- i lavoratori a termine;
- i lavoratori che nel 2011 hanno fruito di un congedo straordinario per assistere figli disabili gravi.
[1] D.lgs. 67/2011.
[2] D.L. 201/2011.