In queste ultime settimane stanno circolando sia nei Ministeri che nella Sanità Pubblica iniziative ricorsuali tendenti a recuperare migliaia di euro per il blocco dei contratti della Pubblica Amministrazione.
Sulla materia esistono pareri alquanto discordanti anche fra gli avvocati che hanno sostenuto il ricorso alla corte costituzionale. Citiamo quello, disponibile in rete, dell’avv. Lattari che ha curato e vinto, per l’Unsa, uno dei ricorsi alla Corte Costituzionale, che spiega – nelle sue conclusioni – che tali iniziative, ragionevolmente, non potranno che essere rigettate.
Aggiungo per opportuna informazione che anche le sentenze dei giudici di Reggio Emilia e Parma sui ricorsi promossi da altra o.s. non stanno dando alcuna soddisfazione ai lavoratori che ottengono esclusivamente la condanna alla rifusione delle spese di causa, poiché l’incremento delle retribuzioni dei lavoratori (come chiarisce la Corte Costituzionale nella sua sentenza dello scorso anno) è collegato in modo inestricabile all’attività di negoziazione tra datore di lavoro e rappresentanti dei lavoratori.
Ricordiamo altresì che la sentenza della Consulta non riconosce alcun risarcimento o indennità per i periodi pregressi e che accerta il diritto agli aumenti contrattuali a decorrere solo dal 30 luglio 2015.
Purtroppo, già in molte altre occasioni è avvenuto che alcune organizzazioni lanciassero iniziative speculative pur sapendo che le medesime non avevano alcuna probabilità di portare effettivi benefici ai singoli ricorrenti, e ciò per le ragioni più disparate.
Ciò non di meno i nostri uffici legali stanno vagliando la fattibilità dei diversi ricorsi anche in relazione ad una fattispecie diversa che secondo noi ha più possibilità di essere accolta. Non appena i legali avranno sciolto la riserva vi faremo sapere. Nel frattempo stiamo preparando il portale per la gestione delle ricorsi.
Invito tutte le strutture a divulgare la presente al fine di tutelare i lavoratori iscritti e simpatizzanti.
Il Segretario Generale