La legge di Bilancio per il 2018, apre la strada al rinnovo dei contratti degli statali, congelati da otto anni. Nel complesso gli aumenti in busta paga di 85 euro medi al mese promessi ai 3,2 milioni di dipendenti pubblici valgono oltre 5 miliardi. C’è chi rimarrà, quindi, fuori dalle coperture messe in campo come gli Enti locali che dovranno trovare le risorse nei propri bilanci.

IL NODO DEL BONUS DI 80 EURO 
Secondo l’Aran, l’agenzia che rappresenta il Governo nella contrattazione colletiva, oltre 300mila dipendenti statali guadagnano tra 23mila e 26mila euro. La manovra alza da 26mila a 26.600 euro il reddito massimo oltre il quale non si ha più diritto allo sgravio Irpef. In questo modo gli aumenti non metteranno a rischio il bonus???

I COSTI DEL RINNOVO
Secondo le elaborazioni del Sole 24 ore sulla base dei dati del ministero dell’Economia, all’aumento di 1.105 euro lordi all’anno a lavoratore vanno aggiunti gli oneri riflessi (38,4%, fra contributi previdenziali e buonuscite) che portano a un costo complessivo per le finanze pubbliche di 1.529 euro all’anno. Tenendo conto dei dipendenti pubblici interessati dalla manovra, i costi arrivano intorno ai 5,4 miliardi all’anno. Lo stanziamento a regime di 2,9 miliardi consente solo la copertura dei nuovi contratti della pubblica amministrazione centrale, ossia ministeri ed enti pubblici nazionali. Il problema si pone invece per gli altri contratti, quelli impiegati in sanità, Regioni ed enti locali, che dovrebbero cercare da soli le risorse per aumenti e salvaguardia dei bonus. Cosa non facile, soprattutto per i molti enti che già se la passano male.

Continueremo la nostra battaglia per un rinnovo contrattuale dignitoso, che possa prevedere un aumento di 250€ mensili.

La Segreteria FSI USAE Funzioni Centrali