Con la proroga dello stato emergenziale dal 31 dicembre 2021 al 31 marzo 2022,
permane la possibilità dell’utilizzo del lavoro agile (smart working) per lo stesso
periodo, in una forma più snella e flessibile, anche in deroga a quanto previsto dalla
normativa di riferimento, la legge 81/2017.

Per quanto riguarda il settore del lavoro privato, lo scorso 7 dicembre Governo e Parti
sociali hanno firmato un accordo per l’applicazione a regime del lavoro agile, che
prevede l’adesione volontaria, con la sottoscrizione di un accordo individuale, oppure
di adesione ad un accordo di smart working aziendale collettivo.
Sul tema, le Organizzazioni sindacali hanno chiesto di prevedere una estensione
dell’applicazione del lavoro agile ai pubblici dipendenti per la durata dello stato
emergenziale, alla luce dei positivi risultati ottenuti in occasione dello scoppio della
pandemia quando, peraltro, non erano stati approntati gli strumenti normativi e
contrattuali che permettono oggi di gestire con flessibilità ed efficacia la prestazione
lavorativa da remoto.
In maniera alquanto distonica con l’attuale situazione, il Ministro per la Pubblica
Amministrazione ha però definito incomprensibile l’ipotesi di tutti a casa perché il
contesto è diverso da quello della primavera del 2020 (quando, si ricorda, in occasione
del lockdown il lavoro agile era stato esteso alla quasi totalità dei pubblici dipendenti).
Si vuol qui evidenziare come la richiesta dei Sindacati non è stata certo quella
dell’applicazione generalizzata dello smart working, bensì quella di una estensione
dell’istituto ad un numero maggiore di lavoratori del pubblico impiego in concomitanza
con la proroga dello stato di emergenza, limitata alla durata dello stesso, così come si è
verificato nel settore privato.
Rinnoviamo in questa sede tale richiesta, nella convinzione che uguale debba essere il
trattamento di tutti i lavoratori, pubblici e privati, perché uguali sono riconosciuti dalla
normativa di riferimento (la già ricordata legge 81/2017), così come analoghi sono i
rischi di contagio sul posto di lavoro per gli uni e per gli altri.

Giova ricordare, infine, che le precedenti applicazioni massive del lavoro agile nella Pubblica Amministrazione non ne hanno affatto minato la produttività, né inficiato la qualità del servizio reso ai cittadini utenti, come ampiamente dimostrato dalle statistiche e dai dati diffusi a suo tempo dalle diverse Amministrazioni.

Il Coordinatore Nazionale Paola Saraceni 347.0662930 fsi.funzionicentrali@usaenet.or