Signor Ministro Orlando,

siamo stati informati dell’intenzione del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità di rendere i Centri di Prima Accoglienza un’estensione degli Istituti Penali per i Minorenni.

Qual è la motivazione logica di tale scelta?

Non già quella di efficentizzare la macchina della Giustizia Minorile se è vero che le cronache ci forniscono quotidianamente il triste rimando di quanto gli IPM versino, eufemisticamente parlando, in uno stato di profondo malessere. Non è mettendo assieme chi sta benino con chi sta malissimo che si cura il morto!

Più credibile l’esigenza di risparmiare. Tant’è che la circolare del DGMC cita la spending review.

Ma davvero è quella la finalità? Per pochi spiccioli!

Signor Ministro, ha riflettuto sui risparmi in termini di poltrone (Direzioni generali, macchina burocratica elefantiaca, utenze e Capo Dipartimento, tra gli altri) se si agisse in modo logico e coraggioso restituendo le competenze in materia minorile al D.A.P. come avveniva fino al 2001?

Sicuramente maggiori di quelle di una siffatta “annessione” e delle recenti scelte di ridimensionamento che hanno segato le gambe alla base mantenendo inalterate le “altezze”

I CPA, come le defunte Comunità dell’Amministrazione, sono e restano l’innovazione principale della Legge 448/88. Senza i CPA non ha senso la Giustizia Minorile come autonoma.

Senza i CPA e dopo aver obliterato le Comunità tanto vale chiudere un’esperienza che i fatti recenti mostrano in crisi di identità e di numeri.

Per ultimo, Signor Ministro, ma l’obiettivo è salvarla questa Giustizia Minorile o sfasciarla del tutto?

Cordialità

Il Coordinatore Nazionale Funzioni Centrali
Paola Saraceni
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