Introdotta negli anni ’30, la tredicesima era una mensilità aggiuntiva data come regalo di Natale per i lavoratori delle industrie, estesa poi nel 1960 a tutti i lavoratori dipendenti. Oggi, purtroppo, non è ancora estesa a tutti in quanto i lavoratori cosiddetti atipici non ne hanno diritto.
Nell’ultimo decennio l’impiego che le famiglie hanno fatto di questa mensilità si è via via modificato. Cerchiamo di capire com’è cambiato, secondo i recenti sondaggi operati dalla Cgia di Mestre.
Nel 2002 le famiglie destinavano metà della tredicesima per le spese obbligatorie, destinando un 30% alle spese legate alle festività di fine anno, lasciando il 20% rimanente per destinarlo ai risparmi o agli investimenti.
Con il passare degli anni le cose si sono modificate di molto. Nel 2010 infatti la somma destinata alle spese obbligatorie comincia a crescere fino ad un 57% circa, restringendosi ovviamente sia la quota dedicata ai consumi che quella riservata al risparmio.
Per questo dicembre 2012 si prospetta una situazione profondamente più inasprita, con una tredicesima che sarà, complice l’inflazione, già più magra in busta paga e che servirà per più del 71% a fronteggiare le spese ordinarie dedicando soltanto un 17% per i consumi. Rimane un 12% che è meglio tenerlo da parte.
Ovviamente essendo i dati una media nazionale, qualcuno di noi dovrà impegnare tutta la 13^ per quelle spese che sono dovute, ma forse è già stata spesa ancor prima di incassarla.
Un Natale quindi con poche “bollicine” ma con tasse e bollette che hanno rimpiazzato i “sempre meno” regali.
Stefano Castagnola