La nascita del Governo Monti segna un periodo ed è una indubbia svolta  nella politica italiana. Un Governo tecnocratico, dei professori, figlio di tutti e di nessuno,  indubbiamente snello.
Tanto snello che contrariamente a quanto avvenuto negli ultimi decenni i dipendenti della pubblica amministrazione e le Oo.Ss. che li rappresentano, non hanno come interlocutore un Ministro.
La delega senza portafoglio (cioè che non costa nulla di più) del dipartimento della Funzione Pubblica non è stata assegnata.
Non è certo un segnale di particolare attenzione. 
Ovviamente ci sarà un Sottosegretario, una persona degnissima e  capace, ma non un Ministro.  
E’ un segnale preciso che va letto ed interpretato. Un segnale che ci fa intravedere la strada che sarà intrapresa e che – a primo acchito – non ci piace; e che temiamo produrrà i suoi effetti.
Il risanamento dello stato  a spese dei soli “salariati” lo abbiamo già visto a partire dal 1993 quando i lavoratori si sono rimboccati  le maniche ma sono stati gli unici a pagarne le spese. Anche allora un governo tecnocratico. Anche allora una emergenza finanziaria. Anche allora il blocco dei contratti pubblici.
Troppe similitudini per non avere più di qualche sospetto.  
Abbiamo criticato per tanti anni l’accordo sul costo del lavoro del 1993, ed oggi appena usciti dagli effetti di quell’accordo si ripresentano le medesime condizioni. Si sente odore di fregatura in arrivo. E non ci piace.
Speriamo di sbagliare e le auguriamo buon Lavoro Presidente.  Noi, in ogni caso, saremo vigili.
La Segreteria Generale