I cambiamenti climatici e il correlato inquinamento ambientale rappresentano ormai una emergenza globale:

l’allarme lanciato quotidianamente da ogni angolo del pianeta da parte di scienziati ed esperti in occasione di congressi internazionali, interviste sui media, pubblicazioni di ogni genere, è accompagnato dalla richiesta rivolta ai governanti di adottare politiche volte a ridurre immediatamente l’inquinamento di aria, terra e acque attraverso l’adozione di nuove tecnologie e diverse strategie per la produzione dell’energia, dei manufatti industriali, per lo smaltimento di scorie e rifiuti, per lo sfruttamento del terreno per la produzione agricola e l’allevamento intensivo del bestiame. E’ maturata ormai da anni la consapevolezza che le risorse del nostro pianeta non sono infinite, specialmente se parametrate all’aumento esponenziale della sua popolazione, che toccherà la cifra di otto miliardi di esseri umani nel 2023, nove miliardi nel 2037 e dieci miliardi nel 2057.1 Diventa quindi improrogabile per ogni Paese mettere in agenda, tra le priorità assolute, una politica a difesa dell’ambiente e della natura, finalizzata ad affrontare l’emergenza climatica e realizzare gli obiettivi della c.d. transizione ecologica, combattendo l’inquinamento e la siccità, tutelando il paesaggio e la biodiversità, prevenendo i danni a cose e persone derivanti da eventi sismici e idrogeologici: in altri termini, promuovendo una nuova cultura dell’ambiente. L’attuale crisi energetica ha messo a nudo l’insipienza delle politiche adottate fino ad oggi in Italia in questo settore vitale: la quasi totale dipendenza del nostro Paese dalle forniture estere ha fatto lievitare i prezzi al punto di mettere in crisi migliaia di imprese, di ogni settore e dimensione (già oggi ferme o a concreto rischio di chiusura), ma anche milioni di cittadini che non possono sostenere gli attuali costi delle bollette energetiche per i normali consumi domestici. E’ indispensabile quindi avviare una politica volta a dotare l’Italia di una sua autonomia energetica, attraverso lo sfruttamento delle risorse presenti sul nostro territorio (mare compreso), implementando contestualmente lo sfruttamento di fonti rinnovabili non inquinanti che trovano nel clima del nostro Paese le condizioni ideali: si potrebbe ipotizzare, ad esempio, di installare i pannelli solari sulla nostra rete autostradale, considerata la sua notevole estensione e il minimo impatto ambientale di questa soluzione.

All’interno dell’agenda “AMBIENTE” andranno inserite anche tutte le misure volte al potenziamento del settore agroalimentare, che rappresenta uno dei pilastri del sistema Italia, che necessita di scelte volte alla concreta tutela dei terreni agricoli, dei pascoli e del lavoro di tutti gli addetti a questo settore essenziale della nostra economia. Non va tralasciato, da ultimo ma non certo per importanza, il tema della salute dei cittadini legato all’ambiente e al suo inquinamento, come le tante morti causate dall’acciaieria di Taranto o dalla terra dei fuochi in Campania (e l’elenco potrebbe, purtroppo continuare a lungo), stanno tragicamente a dimostrare. Il tema della tutela dell’ambiente si pone dunque come una priorità assoluta per le politiche del prossimo Governo, sia per la dimensione planetaria del problema, sia per i suoi legami con la nostra politica energetica e industriale, con l’agricoltura e l’allevamento, con la salute dei cittadini tutti.

Il Coordinatore Nazionale Paola Saraceni 347.0662930 fsi.funzionicentrali@usaenet.org

1 https://www.worldometers.info/