Sono riprese nella mattinata del 7 maggio all’Aran le trattative con le organizzazioni sindacali per il rinnovo del Ccnl Sanità per il triennio 2022-2024, negoziazione che riguarda oltre 580mila dipendenti del comparto sanità.

L’Aran, nel corso della riunione ha presentato le risorse finanziarie disponibili, pari a 1 miliardo e 641 milioni di euro, valide a partire dal 1° gennaio 2024.

“Questo finanziamento – ha sottolineato l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni – include 140 milioni di euro dedicati alle indennità di pronto soccorso. Le risorse consentiranno per ciascun lavoratore un incremento retributivo medio mensile di circa 158 euro per tredici mensilità, corrispondente a un aumento percentuale del 6,32%. Questo rinnovo segue l’accordo, siglato a fine 2022, che copriva il triennio 2019-2021. Meno di 24 mesi dopo, le parti si ritrovano nuovamente al tavolo per continuare a migliorare le condizioni lavorative e salariali degli addetti al settore sanitario.”

L’Aran dunque guarda alla trattativa e vede un bicchiere pieno ed ha tutte le ragioni per farlo visto che le organizzazioni che siedono al tavolo invece di sbattere i pugni sul tavolo e (metaforicamente) ribaltarlo interrompendo le trattative per aprire una vertenza si danno appuntamento per la prossima riunione che è già stata fissata per il 4 giugno, con l’obiettivo di procedere ulteriormente nelle negoziazioni.

Se consideriamo infatti che l’Istat certifica che l’aumento del costo della vita del 2022, pari all’8,7% (indice armonizzato dei prezzi al consumo, Ipca) che ha determinato l’impoverimento delle delle buste paga delle lavoratrici e dei lavoratori del nostro paese, l’Aran, al tavolo per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale della sanità pubblica, ha presentato un quadro di risorse disponibili davvero insoddisfacente ma le OOSS al tavolo, come abbiamo visto, miagolano un flebile lamento e al di là di qualche timida lamentela di rito, pronunciata con voce flebile, non sembrano intenzionati a reagire ma ad accettare quello che passa l’Aran. Una situazione paradossale che porterà inevitabilmente ad un altro contratto fuffa (ma forse sarebbe più corretto dire truffa).


Occorre infatti specificare che circa la metà delle risorse sono già state erogate ai lavoratori sotto forma di Indennità di vacanza contrattuale, per una cifra complessiva di circa 836 milioni che saranno riassorbiti dagli effetti contrattuale e quindi gli aumenti effettivi non potranno che attestarsi intorno agli 80,00 Euro medi pro-capite.


Uffico Stampa FSI-USAE