A seguito di numerose segnalazioni di iscritti e simpatizzanti di questa O.S. e dopo aver fatto le opportune verifiche e riscontri, abbiamo rilevato parecchie “ingiustizie” perpetrate negli anni precedenti nei confronti del personale amministrativo appartenente al Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria (DOG).

Infatti, è palese e non si comprende il motivo per cui una stessa Parte Pubblica (Ministero della Giustizia) e una identica Parte Sindacale firmataria (i Sindacati maggiormente rappresentativi), sottoscrivano contratti sensibilmente diversi, tanto che il personale di altri Dipartimenti del Ministero della Giustizia, come il personale civile dell’Amministrazione Penitenziaria, della Giustizia Minorile e di Comunità e, addirittura, dell’Amministrazione degli Archivi Notarili (che pur appartenendo all’Amministrazione Giudiziaria, quindi al DOG, ha una gestione autonoma e separata) abbia un trattamento diverso rispetto alla contrattazione relativa al personale del DOG (ossia il personale amministrativo di tutti gli Uffici Giudiziari italiani). Peraltro, lo stesso contratto tratta i lavoratori appartenenti ai vari Dipartimenti (e addirittura allo stesso Dipartimento, vedi gli Archivi Notarili) in modo totalmente diverso. Basta leggere, ad esempio, la relazione all’accordo, firmato il 22 marzo 2023, per l’Utilizzazione del fondo risorse decentrate per l’anno 2020 (facilmente reperibile sul sito del Ministero della Giustizia). Già in premessa recita testualmente: “La peculiare e complessa organizzazione del Ministero della Giustizia, articolata in più Amministrazioni, con autonoma gestione del personale, ha determinato che la distribuzione del Fondo, pari ad € 47.739.851,00 per l’anno 2020, avvenisse considerando le necessità proprie di ciascun Dipartimento (artt. 2-3-4)”. Quasi come a volersi “scusare” delle enormi differenze di trattamento del personale di uno stesso Ministero. Sempre in premessa, secondo periodo, la Relazione all’Accordo continua a “scusarsi” recitando testualmente: “L’art. 5, inoltre, indica le modalità di utilizzazione del Fondo Risorse Decentrate, pari ad € 618.575,32 per l’anno 2020, nell’ambito dell’Amministrazione degli Archivi notarili, che pur inserita nell’organizzazione del Ministero della Giustizia, ha ordinamento e gestione finanziaria separati”. Si citano solo alcuni rilevanti aspetti di disparità: 1. Retribuzione delle “Posizioni Organizzative”, essa è prevista per tutti i Dipartimenti (Minorile, Penitenziario e Archivi Notarili) eccetto “i soliti noti” del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, ossia la parte numericamente maggiore del personale del Ministero della Giustizia (DOG), con chiara disparità di trattamento tra personale amministrativo dipendente dello stesso Ministero. 2. Passiamo agli Appalti Pubblici, premettiamo che la normativa sugli Appalti Pubblici prevede la corresponsione di apposite indennità per il RUP, per il DEC e per i collaboratori del RUP. In particolare, sia il vecchio Codice degli Appalti (D.L.gs. N. 50/2016) che il nuovo codice (D.L.gs. N. 36/2023) prevedono un incentivo pari al 2% dell’importo dei lavori, servizi o forniture. Questa O.S. è stata informata dai propri iscritti che il Ministero della Giustizia ha rigettato diverse richieste di riconoscimento di dette indennità al personale giudiziario per avere espletato come RUP tutte le attività necessarie per l’aggiudicazione di opere, lavori e/o servizi. La motivazione del rigetto è stata diversa a seconda delle richieste avanzate dai lavoratori: o la mancata nomina di un DEC, o la mancanza di una contrattazione decentrata integrativa, o, ancora, la mancata costituzione del Fondo (previsto dall’abrogato art. 113, comma 1). Orbene, il nuovo Codice degli Appalti (D.L.gs. N. 36/2023), con l’art. 45 ha abrogato l’art. 113 del D.L.gs. N. 50/2016, modificando notevolmente la normativa relativa agli incentivi tecnici spettanti al RUP e ai suoi collaboratori. In particolare, non prevede più la necessità dell’apposito Fondo; allo stesso modo, non prevede più la necessità della contrattazione integrativa; non prevede più come incentivabili i soli appalti, ma si limita a indicare genericamente che “l’indennità non possa superare il 2% dell’importo dei lavori, dei servizi e delle forniture, posto a base delle procedure di affidamento”. Per cui, si desume che gli incentivi spettino anche nel caso di affidamento diretto. Attendiamo di leggere le future risposte dell’Amministrazione alle richieste di corresponsione degli incentivi previsti dalla legge. 3. Altro punto dolente: in altre P.A. sono previste apposite indennità per chi esercita la funzione di Consegnatario o di Vice Consegnatario dei Beni Mobili dello Stato, invece per il DOG non è prevista alcuna indennità. Di contro, sono previste tutte le responsabilità che il servizio comporta. Per fare degli esempi: per i Consegnatari dei Tribunali Amministrativi Regionali sono previsti delle indennità giornaliere che oscillano 4 e 8,50 Euro; per la Corte dei Conti è prevista un’indennità mensile che oscilla tra gli 84 e i 97 Euro; la Regione Sicilia, addirittura, effettua un apposito stanziamento annuale per i Consegnatari dei vari Uffici Regionali che per l’anno 2021 è stato di €. 38.779,17. 4. Infine, per quanto riguarda la Quarta Area delle Elevate Professionalità, si spera che il Personale apicale del DOG non venga, come al solito, “disprezzato” come avvenuto in passato, e che chi per tanti anni ha sostituito il Dirigente Amministrativo senza neanche un grazie, anzi con l’assunzione di tutte le responsabilità della funzione, finalmente venga “invitato a partecipare alle selezioni previste dalla legge”. In vista della stipula del Contratto decentrato, attenderemo le risposte che l’Amministrazione vorrà fornirci, nella speranza che, finalmente, le cose possano cambiare dando nuova spinta motivazionale al personale che ha dato, e continua a dare, sempre il massimo nel proprio lavoro.

Il Coordinatore Nazionale Quadri Direttivi Funzioni Centrali Renato La Manna Cell. 333.8549758 mail renatogiuseppe.lamanna@virgilio.it