In base alla Convenzione adottata nel 1972, sono 1.154 i siti riconosciuti dall’UNESCO1 quali patrimonio dell’Umanità, dei quali 897 siti culturali, 218 naturali e 39 misti, in 167 Paesi del mondo. Attualmente,

l’Italia ha il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’Umanità, e precisamente 58, di cui 5 siti naturali, 45 culturali e 8 misti (paesaggi culturali). Questo nostro primato testimonia la straordinaria ricchezza del nostro Paese, che non a caso è da sempre una delle mete preferite dal turismo internazionale. Crediamo che questa ricchezza debba rappresentare sempre di più una straordinaria risorsa economica, intesa come opportunità lavorativa per migliaia di donne e uomini, e fonte di ingenti introiti per lo Stato. Qualcuno in passato ha definito questo patrimonio culturale “il nostro petrolio”, con chiaro riferimento alla incredibile fonte di ricchezza che l’oro nero ha costituito e costituisce ancora oggi per i Paesi produttori. Siamo convinti che attualmente sia diventata indispensabile l’adozione di una politica tesa ad un miglior sfruttamento di questo patrimonio, oggi assolutamente inadeguato alle sue potenzialità. L’assunzione di migliaia di giovani, preparati e motivati, appare essenziale per arrivare ad una piena e capillare valorizzazione sull’intero territorio nazionale di siti archeologici, monumenti, musei, pinacoteche, teatri, antichi palazzi, castelli, … al fine di migliorarne la fruizione da un numero sempre maggiore di visitatori italiani e turisti stranieri. Cospicue risorse, umane ed economiche, vanno indirizzate a migliorare la manutenzione di questi poli culturali, mentre contestualmente la loro fruizione deve passare attraverso le più moderne tecnologie, al fine di rendere sempre più interattiva l’esperienza dei visitatori, che non possono limitarsi a veloci passeggiate tra la storia e la bellezza: in questo senso, la presenza costante di personale specializzato appare essenziale. In questo panorama, possono essere declinate diverse opzioni in relazione agli introiti per lo Stato: ad esempio, si può ipotizzare una differenziazione delle tariffe, prevedendole piene per i turisti stranieri (perché allineate con quelle molto elevate praticate in tanti Paesi), più basse per i visitatori italiani, magari con delle riduzioni per i residenti nei Comuni o Province dove ha sede il polo visitato, o per i dipendenti pubblici, al fine di incentivarne l’innalzamento culturale, quanto mai opportuno per un lavoratore dello Stato. Diviene importante allora proporre l’Italia come la Patria del bello, promuovendone l’immagine nel mondo, sia in riferimento al suo immenso patrimonio artistico e culturale, ma anche tutelando gli altri settori della cultura, come il cinema, il teatro, la danza, il mondo delle arti in generale, settori nei quali abbiamo primeggiato e continueremo a farlo, grazie a quella vena creativa fatta di straordinarie capacità e fantasia, che da secoli costituiscono il DNA del popolo italiano. Potremo allora parlare realmente di un nuovo Rinascimento Italiano, da un punto di vista culturale, artistico ma anche economico e produttivo.

Il Coordinatore Nazionale Paola Saraceni 347.0662930 fsi.funzionicentrali@usaenet.org

1 L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) è l’agenzia delle Nazioni Unite che contribuisce alla costruzione della pace attraverso la cooperazione internazionale in materia di istruzione, scienza e cultura.