Guido Bertolaso, l’Assessore Regionale al Welfare della Lombardia in Sud America per stringere accordi che consentano di avere personale infermieristico, in particolare da Paraguay e Argentina, nelle strutture sanitarie della regione.

Da Buenos Aires, Bertolaso ha spiegato che la sua non è una missione solo per il Pirellone. «Non sono qui in rappresentanza solo della Lombardia, ma sono venuto dopo intese con il governo nazionale» ha spiegato a Rainews 24 difendendo la scelta di stringere accordi per «progetti di cooperazione bilaterale» in modo da avere personale infermieristico senza creare problemi alla sanità locale «perché sappiamo che gli infermieri sono merce rara ormai ovunque nel mondo».

«Il mio obiettivo – ha detto Bertolaso – non è quello di fare shopping, anzi “sciacallaggio” come fanno altri Paesi, come quelli che confinano con l’Italia e attirano gli infermieri italiani con stipendi che noi non riusciremo mai ad eguagliare, si parla di salari 3 o 4 volte superiori a quelli dell’Italia». Con questi accordi, l’idea è di creare «un percorso di formazione in modo che possano sempre più migliorare la competenza e l’esperienza diretta sul campo e poi possano tornare nel loro Paese e contribuire a farne crescere il livello tecnologico, organizzativo e professionale venendo sostituiti in Lombardia da altri contingenti»

Dall’opposizione arrivano le critiche: «Anziché importare infermieri dall’estero bisogna frenarne la fuga» spiega Pierfrancesco Majorino capogruppo del Pd in Lombardia che aggiunge «Hanno ragione – afferma – le organizzazioni sindacali che hanno criticato aspramente la scelta di Bertolaso. Importare professionisti dall’estero è paradossale e non porta certo a risolvere i problemi della cronica mancanza di personale. Si cercano professionisti in Paraguay e in Argentina, sicuramente validi, ma senza alcuna conoscenza del nostro sistema sanitario, mentre non si fa nulla per arginare la fuga degli italiani all’estero».

«Andare a cercare infermieri in altri Paesi è una soluzione innovativa» è la replica di Bertolaso, e «quando si cercano soluzioni innovative a un problema cronico immediatamente bisogna subire una valanga di critiche. Io ho il compito di gestire quotidianamente i problemi di liste d’attesa, ingolfamenti dei pronto soccorso, persone che non trovano l’assistenza domiciliare» e per questo, ha spiegato l’assessore regionale «sto cercando da un lato di incentivare i medici a rientrare nel settore pubblico, e dall’altro di reclutare infermieri. Non dimentichiamo che la nostra è l’unica regione che ha bandito gettonisti e cooperative» .

Bertolaso ha anche stigmatizzato le varie critiche dicendo che tutti, anche le stesse categorie sindacali, ammettono che non ci sono abbastanza infermieri in giro per il mondo ma che, se ci sono degli accordi ben precisi e il rispetto delle esigenze dei territori che va ad incontrare, si possono trovare delle soluzioni anche se solo temporanee.

«Fare accordi bilaterali di cooperazione», ha aggiunto l’assesore, «credo sia un modo intelligente per non fare lo sciacallaggio che stanno facendo altre nazioni».

Ufficio stampa FSI-USAE