È finita da un pezzo l’epoca in cui quello che fai sui social resta sui social. Oggi sempre più aziende, prima di assumere un candidato, vanno a spulciare ciò che pubblica sui suoi social network. E non è neppure un segreto: spesso quando invii un Curriculum Vitae è espressamente richiesto di indicare anche i tuoi profili online, così che possano essere studiati: del resto, rispecchiano molto ciascuna persona, o quantomeno quello che ciascuno vuole mostrare.
E proprio in virtù della rilevanza che questi network hanno ormai assunto nella quotidianità della nostra società, il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, ha approvato un regolamento concernente modifiche al «Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165» [1]. Il testo, tra l’altro, disciplina l’utilizzo delle tecnologie informatiche prevedendo la facoltà per l’amministrazione di svolgere gli accertamenti necessari a verificare il loro corretto utilizzo e a garantire la sicurezza degli stessi sistemi informatici, nel pieno rispetto della tutela della privacy dei dipendenti.
Ciò significa che, d’ora in poi, i dipendenti pubblici dovranno stare molto attenti a ciò che pubblicano sui propri profili social: i post, infatti, non dovranno ledere la reputazione della Pubblica Amministrazione di cui fanno parte. Ciò significa, ad esempio, che per un sanitario no vax impiegato in un ospedale pubblico sarà molto più pericoloso fare «propaganda» online contro le vaccinazioni. Altrettanto pericoloso potrebbe essere, per un professore di storia di un qualsiasi liceo statale, dare una propria personale interpretazione dei fatti passati (ad esempio affermando che «però, in fondo, Mussolini non era poi così male»).
Il divieto di discriminazioni basate sulle condizioni personali, i criteri di misurazione della performance e la responsabilità dei dirigenti per la crescita dei propri collaboratori, l’adozione di comportamenti green rispettosi dell’ambiente sono le altre principali aree di intervento delle novità approvate in Consiglio dei ministri. Lo schema di DPR, adottato in attuazione di quanto previsto dal decreto legge cosiddetto «Pnrr 2» [2], integra gli elementi costitutivi della Milestone M1C1-58, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), di riforma della Pubblica Amministrazione, che deve essere conclusa entro la scadenza del primo semestre del prossimo anno, ossia entro il 30 giugno 2023.
«Con l’approvazione in Cdm della revisione del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici proseguiamo nella strada tracciata per una riforma della Pa che basa la sua efficienza sul suo capitale umano – commenta il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo. – Tutta insieme la Pa, centrale e territoriale, quale infrastruttura strategica per lo sviluppo del Paese, impegnata nella messa a terra dei progetti del Pnrr, non può prescindere dalla giusta valorizzazione delle persone che lavorano per l’interesse collettivo e dalla loro responsabilizzazione, quali leve indispensabili per la crescita degli stessi lavoratori e delle organizzazioni».
Più nel dettaglio, tra le principali novità del DPR, compaiono:
- la responsabilità attribuita al dirigente per la crescita professionale dei collaboratori, e per favorirne le occasioni di formazione e le opportunità di sviluppo, nonché l’espressa previsione della misurazione della performance dei dipendenti anche sulla base del raggiungimento dei risultati e del loro comportamento organizzativo;
- l’espressa previsione del divieto di discriminazione basato sulle condizioni personali del dipendente, quali ad esempio orientamento sessuale, genere, disabilità, etnia e religione;
- la previsione che le condotte personali dei dipendenti realizzate attraverso l’utilizzo dei social media non debbano in alcun modo essere riconducibili all’amministrazione di appartenenza o lederne l’immagine ed il decoro;
- attenzione viene dedicata anche al rispetto dell’ambiente, per contribuire alla riduzione del consumo energetico e della risorsa idrica. Tra gli obiettivi anche la riduzione dei rifiuti e il loro riciclo
Fonte: La legge per tutti.