Autisti soccorritori: FSI non condivide la posizione delle Regioni sulla possibile istituzione di una figura professionale di “Soccorritore”

Si è svolto oggi, presso il Ministero della Salute, lungotevere ripa 1, un incontro tra sindacati, rappresentanti delle regioni e staff della direzione generale delle professioni sanitarie del dicastero sul tema relativo alla istituzione del profilo professionale dell’autista soccorritore.

All’incontro, presente una delegazione FSI (Federazione Sindacati Indipendenti) i rappresentati delegati dalle regioni, su richiesta della direzione generale delle risorse umane e delle professioni sanitarie in seno al ministero, hanno illustrato i principi su cui si basa la proposta elaborata dalle regioni per l’istituzione del profilo professionale dell’Autista Soccorritore.

Bisogna qui rammentare infatti che la figura dell’autista soccorritore, ad oggi, è una figura che non ha raggiunto uno status giuridico chiaro pur essendo una professione esistente e utilizzata in tutto il sistema dell’emergenza sanitaria, sia alle dipendenze della sanità pubblica che nel terzo settore che fa largo uso del volontariato; ed è proprio per questo motivo che da tempo, la FSI, già 5 anni fa in occasione dell’Expo Sanitario a Bologna, ha impegnato le istituzioni per il raggiungimento di un definitivo inquadramento giuridico e del ruolo di questi operatori.

L’odierna proposta, in buona sostanza, riprende la traccia del documento di già elaborato dal ministero di concerto con le parti sociali già un anno or sono e la posizione delle regioni – in particolare – richiama quanto già fatto per quanto riguarda i contesti operativi, le attività e le competenze specifiche anche se con alcune semplificazioni; di contro, però, propone un approccio completamente diverso per quanto riguarda i requisiti di accesso alla figura professionale. Infatti, nel ribadire la loro competenza in tema di governo della formazione delle figure sanitarie ausiliarie, le regioni, non propongono l’istituzione di una specifica figura professionale, l’autista soccorritore appunto, ma propongono un “soccorritore” come evoluzione specialistica di un’altra figura professionale, l’Operatore Socio Sanitario (OSS), anch’essa oggi completamente formata dalle regioni.

Secondo il documento delle Regioni, si acquisirebbe solo dopo essere entrati in possesso della qualifica di OSS (percorso di formazione oggi pari a 1200 ore di percorso teorico pratico) e dopo aver preoseguito svolgendo to un altro modulo formativo di circa 400 ore necessario al conseguimento della nuova specialità. Relativamente agli operatori già esistenti si dovrebbero avviare invece dei percorsi di riqualificazione formativa che comunque, non è stato meglio chiarito, passerebbero dall’acquisizione del titolo di OSS.

Un ribaltamento della posizione che potremmo anche accettare, ma solo nel caso che le stesse Regioni fossero disposte a condividere la nostra proposta di riforma della professione OSS con la trasmigrazione in area sanitaria e la creazione del profilo ASD come percorso di carriera per l’OSS, ma che non può trovare il nostro consenso per come oggi ci viene presentato.

A completamento del dioscorso ed a sorpresa, infatti, la ciliegina sulla torta: per il personale volontario delle varie “croci” e delle pubbliche assistenze per accedere al ruolo di autista soccorritore le Regioni propongono un percorso di sole 120 ore ! Un’insulto ai dipendenti pubblici.

Le posizioni espresse dalle O.SS presenti al tavolo sono state precise e immediate nel sottolineare quindi un approccio non condivisibile. LA FSI a tal proposito ha ribadito la necessità di dare al ruolo dell’autista soccorritore una identità giuridica specifica e propria, ribadendo la necessità di rinunciare al principio delle specialità (vedasi la famosa “terza S” come specializzato per l’OSS) per definire in maniera chiara e precisa gli eventuali sviluppi di carriera delle figure sanitarie.

A tal riguardo Stefano Castagnola presente per la FSI al tavolo delconfronto al termine ha dicharato “adesso inventano la terza S di soccorritore per l’operatore socio sanitario, un approccio che già la nostra organizzazione ha rifiutato per la famosa terza S, già l’OSS è una figura che contiene anomalie e carenze di identità giuridica importanti, una soluzione quale quella proposta dalle regioni aumenta la confusione e diminuisce la garanzia di salute dei cittadini. Noi siamo per la isituzione di una figura giuridica chiara e identificabile, se poi il soccorritore vuole essere una figura sanitaria superiore all’OSS ben venga la proposta ma non in questo modo, la promiscuità dei ruoli in sanità non è a favore della qualità del servizo reso ai cittadini”.– e ha poi aggiunto – “forse le regioni in tema di emergenza farebbero bene a chiarire prima di ogni altra cosa quali standard di prestazione e di assistenza intendono erogare omogeneamente su tutto il territorio nazionale, se fosse stabilito ciò tutti gli attori dell’emergenza avrebbero un ruolo preciso, uniforme a garanzia del cittadino e degli operatori addetti.”

Le Regioni hanno preferito non consegnare il testo e si sono riservate di rivalutarlo anche alla luce delle indicazioni ricevute dal tavolo di confronto.

 

Ufficio stampa