Sebbene siano dovuti passare otto lunghi anni (e diversi Governi) per arrivare al rinnovo del contratto dei pubblici dipendenti del Comparto Funzioni Centrali, anche questa volta la montagna ha partorito un misero topolino!

Il nuovo contratto, infatti, prevede degli incrementi salariali risibili (76 euro mensili medi per le aree 1° e 2°) che non vanno neanche a coprire il tasso inflattivo registrato nel periodo di blocco dei rinnovi (2010-2017)

Ma questo non è il solo aspetto vergognoso della vicenda, anche se è certamente quello più visibile e di maggior impatto sulle tasche (e la vita) dei lavoratori e delle loro famiglie.

La mancata previsione di un nuovo ordinamento professionale, esigenza ormai non più rinviabile, mostra tutta l’incapacità di questo Governo di attuare una politica seria e lungimirante del pubblico impiego, in previsione di una sua concreta riforma nella direzione di una pubblica amministrazione moderna, più snella ed efficace; viceversa, il nuovo contratto mostra tutta la sua vera natura di contentino pre-elettorale, per quelli che ci cascheranno, sia chiaro ….

Ma se andiamo scorrendo le nuove previsioni normative, emerge con chiarezza quale sia stato il principio ispiratore dell’intera manovra: l’inasprimento del regime disciplinare, che denota il permanere di un forte pregiudizio nei confronti dei pubblici dipendenti, spesso identificati tout court come fannulloni dai mass media e da larghe fasce della popolazione; il perverso meccanismo per cui le assenze di qualche lavoratore influiranno sui premi di produttività di tutto l’ufficio di appartenenza dello stesso, scatenando guerre tra gi stessi lavoratori, a discapito di malati cronici (che non mancano, attesa l’elevatissima età media dei pubblici dipendenti italiani, la più alta d’Europa!) o delle lavoratrici in maternità.

E proprio in riferimento alla situazione dei malati più gravi (cronici, dializzati, oncologici) che segnaliamo la norma più iniqua e vergognosa: queste persone potranno fruire di appena 18 ore l’anno per visite specialistiche e di controllo, per il resto dovranno far ricorso alle ferie o all’aspettativa non retribuita, non potendo più avvalersi dell’istituto della malattia (peraltro, non va dimenticato, debitamente decurtata!).

Crediamo che bastino questi pochi punti per evidenziare la sconcezza di questo rinnovo, la sua inadeguatezza rispetto alle legittime aspettative di centinaia di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie, la totale mancanza da parte di questo Governo del benché minimo senso di rispetto della dignità e dei diritti fondamentali dei lavoratori.

Di una cosa potranno esser certi i nostri amati politici autori di tanta nefandezza: che questo rinnovo avrà indubbi riflessi sulle prossime elezioni politiche, ma non certo nel senso da loro auspicato.

D’altra parte, chi semina vento…. raccoglie tempesta!

E controllate sempre chi ha firmato!!!!!!!!!!

Il Coordinatore Nazionale
Paola Saraceni
347.0662930