Barbara Mangiacavalli in una intervista al TG1, ampiamente ripresa in articoli di stampa online, si è chiaramente lamentata del fatto che i giovani non scelgono più la professione per le ragioni organizzative contrattuali. Cioè per il fatto che dentro il contratto non c’è la possibilità di fare carriera. La presidente della FNOPI, pur senza mai citarli, ha così attaccato direttamente e senza mezze misure l’Aran e le Organizzazioni sindacali firmatarie del contratto (CGIL, CISL, UIL, FIALS, NURSIND e NURSING UP) per come hanno costruito il stesso e per il fatto che li dentro, per gli infermieri, non ci siano dei percorsi di carriera che prendano atto della formazione specifica e che possano portare ad una crescita professionale costante lungo l’intera vita lavorativa. Le parole della Mangiacavalli sono sacrosante, dice la verità fino in fondo. Infatti con questo ultimo contratto i lavoratori della sanità sono stati fortemente penalizzati. La possibilità di fare carriera è chiaramente limitata e la possibilità teorica di vedersi riconosciuta sotto forma di incarichi la propria formazione specifica e le specializzazioni acquisite e le proprie capacità professionali sono fortemente limitati dalla mancanza di nuovi fondi contrattuali specificatamente dedicati a tale nuova previsione. In poche parole gli incarichi professionali previsti dal contratto sono solo fuffa che non sarà praticamente mai applicata in quanto le poche risorse esistenti continuano a essere destinate agli incarichi di coordinamento e alle ex funzioni organizzative che si mangiano l’intero patrimonio disponibile nel relativo fondo contrattuale aziendale. Le OO.SS. al tavolo non sono stati capaci di compiere una vera revisione dell’articolato contrattuale dei percorsi di carriera e soprattutto di pretendere che questa revisione fosse corredata da un adeguato stanziamento economico a corredo del contratto. In poche parole, pur di metterci la firma, si sono accontentati di celebrare un matrimonio con i fichi secchi.

Le OO.SS. al tavolo non sono stati capaci di compiere una vera revisione dell’articolato contrattuale dei percorsi di carriera e soprattutto di pretendere che questa revisione fosse corredata da un adeguato stanziamento economico a corredo del contratto. In poche parole, pur di metterci la firma, si sono accontentati di celebrare un matrimonio con i fichi secchi.

Sull’argomento Bonazzi è intervenuto durante una riunione con i coordinamenti di categoria della sanità della federazione FSI-USAE affermando: “La Mangiacavalli ha ragione da vendere, le organizzazioni sindacali sedute al tavolo hanno sbagliato completamente l’obiettivo e si sono fatte gabbare dall’Aran che ha costruito il contratto della sanità come fosse quello degli altri impiegati delle pubbliche amministrazioni; cioè senza tener conto delle specificità del settore e delle elevatissime professionalità già presenti dentro in quel comparto. E per di più, sapendo di avere risorse scarsissime a disposizione, hanno utilizzato male il tesoretto messo a disposizione (per le indennità specifiche) con la finanziaria dell’altr’anno spalmandolo su tutto il personale e distribuendolo come fossero normali aumenti contrattuali. La Fnopi però non è esente da errori nella vicenda infatti ha spinto moltissimo sulla formazione senza assicurarsi che ci fossero le condizioni contrattuali per una effettiva promozione della categoria sul piano contrattuale.”

Ufficio Stampa FSI-USAE