Bonazzi FSI-USAE: diciamo NO allo Schema di Accordo che non recepisce le nuove competenze delle professioni sanitarie. È una questione di dignità professionale, il 12 Maggio sciopero nazionale.

FSI-USAE organizzazione sindacale che nel luglio 2015 ha detto NO, senza se e senza ma, ai tentennamenti sull’avanzamento delle competenze delle professioni sanitarie di cui alla Legge 42/99, e sciopererà il prossimo 12 maggio anche per rivendicare l’attuazione del comma 566 della Legge di Stabilità 2015 e il ruolo e la dignità delle professioni sanitarie; professioni che identifica come una vera e propria risorsa per il SSN.
FSI-USAE ha messo nero su bianco la bocciatura del testo che è stato trasmesso dall’Ufficio di Gabinetto del Ministero della Salute alla Segreteria della Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano. Il Testo nella formulazione proposta, infatti, a fronte dell’obbiettivo di definire esattamente il perimetro delle attività sanitarie di diagnosi, cura, assistenza, riabilitazione e prevenzione riservate alle professioni sanitarie (mediche comprese), si occupa di definire solo il perimetro delle attività riservate alle professioni sanitarie, ex legge 42/1999, in modo generico ed incompleto, e tralascia di occuparsi di quelle riservate alle professioni mediche. Una formulazione che non fornisce alcunché di nuovo o di innovativo rispetto al quadro esistente e che non tiene conto dei titolo equipollenti o equivalenti; una formulazione che, complessivamente, rischia di ingarbugliare ancor di più lo scenario della vita professionale sanitaria e della relativa regolazione che, invece, è necessario adeguare nelle sue potenzialità per dare una risposta più efficace al bisogno di salute dei cittadini.
Adamo Bonazzi Segretario Generale della Federazione ha dichiarato a margine della odierna riunione del Coordinamento del Comparto contrattuale della Sanità: “E’ una questione di dignità professionale, il comma 566 della legge di stabilità 2015 è la nuova base di partenza, non il punto di arrivo. La sanità in Italia non è più quella cavalleresca e medioevale ma in questo paese ci sono persone che continuano a non accorgersene. Si continua a parlare di presa in carico della persona assistita, di rilancio dei servizi alla salute, di miglioramento del sistema sanitario, ma quando si tratta di passare ai fatti, con strumenti efficaci e innovativi come l’implementazione delle competenze, il governo continua a prendere tempo. E a proporre alla STATO REGIONI dei testi che sono inaccettabili”. E continuando Bonazzi ha aggiunto: “Noi vogliamo liberare il potenziale inespresso delle professioni sanitarie, aprire la strada alla sperimentazione negli ospedali e nelle aziende, promuovere una riorganizzazione vera del lavoro e dei percorsi di cura. Rendere concreto, cioè, quel modello di responsabilità-autonomia che può assicurare al sistema di salute il miglioramento delle prestazioni, la sostenibilità economica e gli strumenti per essere al passo con i nuovi bisogni delle persone. Rammento a tale proposito che nel febbraio dello scorso anno FSI-USAE ha presentato alla Camera dei Deputati un proprio documento dal titolo “UNA SANITÀ SENZA PADRINI E SENZA PADRONI” corredato a supporto da oltre 60.000 firme di cittadini italiani, in cui tali obiettivi erano ampiamente trattati.”