Lettera trasmessa al Ministro della Giustizia Andrea Orlando; al Capo del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi; al Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria; al Capo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità; al Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati; al Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana

L’invivibilità nelle carceri italiane, dove l’assenza di regole, la promiscuità e l’eccedenza di detenuti – cosi come riportato nei grafici del Ministero di giustizia che per completezza si allegano – rendono questo luogo tossico per tutti. La stessa Associazione Antigone, in data 31 luglio 2017, dichiara un tasso di affollamento del 113,2% per i nostri istituti di pena. Nonostante nel 2013 l’Italia sia stata denunciata per violazione dei diritti dei detenuti e la Corte europea dei Diritti Umani di Strasburgo l’abbia condannata al risarcimento di ben 100 mila euro per danni morali per trattamento inumano di sette reclusi, la situazione non ha avuto evoluzioni risolutive ma peggiorative. Tra i principali motivi del sovraffollamento c’è l’enorme numero di processi penali pendenti: oltre 1,5 milioni, di cui più di 300.000 dalla durata irragionevole e quindi prossimi alla violazione della legge Pinto, che, dal 2001 e con aggiornamenti successivi, prevede e disciplina il diritto di richiedere un’equa riparazione per il danno (patrimoniale e non) subito per l’irragionevole durata di un processo. I tempi biblici del processo, incidono inevitabilmente sull’eccessivo ricorso alla custodia cautelare che continua a crescere arrivando all’attuale 34,6%, mentre solo due anni fa era al 33,8%. Ciò, tradotto in numeri, significa che se dal totale dei detenuti presenti in Italia 57.393   decurtassimo le circa 20.072 persone recluse in carcere, non dichiarate colpevoli del reato ascritto o imputato, ma che di fatto affollano gli istituti penitenziari ormai al collasso, il numero dei reclusi si abbasserebbe a 37.321, molto al di sotto della capienza prevista, mettendoci al riparo delle sanzioni europee. Inoltre, se gli 11.425 detenuti stranieri con condanna definitiva  potessero scontare la pena loro ascritta nei propri paesi di appartenenza,  le condizioni nelle carceri si alleggerirebbero, senza il bisogno di ricorrere alla “sorveglianza dinamica”,  che prevede la libera circolazione di un’alta percentuale di detenuti; una “circolazione” che ha creato un’anarchia incontrollabile,   che risulta  difficile da attuare a causa dell’inadeguatezza delle obsolete strutture penitenziarie, molto spesso prive di un sistema di videosorveglianza adeguata, di spazi necessari alle attività lavorative, scolastiche, sportive e ricreative. Una modalità di gestione che spesso crea difficoltà alla classe dirigente e al personale. Non sono pochi gli episodi che mettono sotto accusa il direttore dell’istituto e lo stesso personale, piuttosto che il Sistema organizzativo, il quale per garantire lo spazio vitale previsto dalle norme, si è inventato la soluzione della “Sorveglianza dinamica” che i latini definirebbero come una “contradictio in adiecto”

Per avere un approccio ancora più pragmatico, va sottolineato che in ordine decrescente: Marocco, Romania, Albania e Tunisia, con circa 11.000 detenuti sono i quattro paesi stranieri che esportano maggiore delinquenza nel nostro paese.

Dati alla mano, la nostra vuole essere una denuncia che mette l’accento sulle possibili risoluzioni e non sulle polemiche. Risoluzioni che non possono non considerare l’espulsione immediata dal nostro paese per gli stranieri che commettono un reato e che sono sta condannati con sentenza definitiva, affinché scontino le pene loro imputate nel proprio paese; l’utilizzo dei circa 1000 tirocinanti alla giustizia, voluti dal ministro Orlando e pagati con i soldi dell’Europa, che rischiano di tornare a casa a dicembre, quando le statistiche esibiscono con evidenza le difficoltà in cui versa la macchina della giustizia con: 9953 persone con condanna non definitiva su uno o più procedimenti, e 10.119 ancora in attesa di primo giudizio, per un totale di 20.072.

Celle aperte ogni giorno per svariate ore, secondo il dictat della “sorveglianza dinamica”; ozio totale; eccedenza e disorganizzazione della popolazione reclusa; assenza di personale civile, facilita i casi di evasione che il più delle volte sono stati bloccati dagli impianti di protezione, video camere, etc. più che dal personale addetto perché insufficiente ed impotente. Con riferimento al solo 2017 sono stati troppi i casi di evasione che coincidono con la volontà dei vertici dell’Amministrazione di passare dalla vigilanza statica a quella dinamica. Inoltre, se si aggiunge l’endemica mancanza di personale, oggi la polizia penitenziaria è in sottorganico di circa 8000 unità e  ci si affida esclusivamente alla tecnologia per la vigilanza,  è ovvio che i progetti e i piani di evasione sono sempre più numerosi ! Le lungaggini della giustizia, l’assenza di occupazione e regole che disciplinino e scandiscano la vita nelle carceri, fanno innalzare le urla del Corpo di Polizia Penitenziaria, scesa in piazza a Montecitorio durante i festeggiamenti per i 200 anni del Corpo. Dalle masse, a gran voce, si chiede l’abolizione della sorveglianza dinamica, assunzione di circa 3000 agenti penitenziari e di personale civile altamente qualificato – pedagogisti, psicologi, mediatori culturali – obbligo di lavoro, studio e volontariato per le persone recluse. Nel 2013, con la modifica dell’articolo 21 dell’Ordinamento Penitenziario volontariato e lavoro esterno al carcere vengono affiancati. Perché non impiegare i detenuti in progetti di volontariato stabili, piuttosto che lasciarli in una cella ad alimentare ozio, ad agevolare nuove “alleanze criminali” e a creare problemi a chi il carcere è costretto a viverlo per lavoro? Oltretutto un detenuto costa allo Stato, quindi ai cittadini, circa 150,00 euro al giorno! La legge n.94 del 9 agosto 2013, comma 4, prevede che i reclusi possano “prestare attività a titolo volontario e gratuito in progetti di pubblica utilità in favore della collettività da svolgere presso lo Stato, le regioni, le province, i comuni, le comunità montane, le unioni di comuni, le aziende sanitarie locali, o presso enti o organizzazioni, anche internazionali, di assistenza sociale, sanitaria e di volontariato”.

Altrettanto importante risulta sottolineare l’assoluta necessità di siglare accordi bilaterali, affinché i detenuti stranieri possano espiare la pena nelle proprie nazioni di appartenenza, e di apportare delle modifiche al codice di procedura penale per minori, che in seguito agli efferati crimini, deve garantire la certezza della pena e del recupero sociale dei soggetti minorenni.

Certezza della pena non è sinonimo di “essere forcaioli” ma consapevolezza dell’importanza, anche a livello di reinserimento educativo, di far espiare una pena dove il lavoro socialmente utile sia lo strumento per risarcire lo Stato offeso. Le scelte degli ultimi tempi, fatte per evitare le sanzioni dell’Europa, stanno creando anarchia nelle carceri, dispendio di risorse economiche ingenti, senza centrare l’obiettivo, come sancito dall’art. 21 della nostra costituzione.

Inoltre il dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, di recente istituzione, si occupa di 46.361 soggetti nell’esecuzione penale esterna, che però non hanno possibilità di essere seguiti correttamente per assenza di personale della polizia penitenziaria, assistenti sociali, educatori, psicologi, criminologi, amministrativi e contabili, evidenziando una notevole assenza di organico, che si traduce in un alto tasso di recidiva con reati anche più efferati

Alla luce di quanto sopra si richiede l’emanazione di bandi di concorsi pubblici subito dopo aver attinto idonei dalle graduatorie tutt’ora esistenti, per assumere il personale carente, in deroga al blocco delle assunzioni.

Non possiamo più procrastinare, è ora di agire.

Di seguito i dati pubblicati dal Ministero di Giustizia in data 31 agosto 2017

Situazione detenuti al 31_08_2017

Il Coordinatore Nazionale Funzioni Centrali
Paola Saraceni
347.0662930