COMUNICATO STAMPA

Da tempo e più volte, la scrivente O.S. ha rappresentato al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti il bilancio fortemente negativo del progetto di riforma contenuto nel Job Act che, viceversa, avrebbe dovuto apportare un sostanziale miglioramento delle politiche del lavoro nel nostro Paese.

Con le nostre note nr. 050 del 27.7 2017 e nr.058 del 7.9.2017 abbiamo rappresentato come nella realtà dei fatti si stava creando una paralisi delle attività per motivi organizzativi, tecnici ed economici. Aggravata dal proliferare di indicazioni spesso confuse o contraddittorie da parte degli Organi Centrali.

Una riforma scritta sulla carta con la pretesa di essere applicata a costo zero, creando disparità tra il personale, che svolge medesime funzioni, ma con riconoscimenti diversi sia in termini economici che professionali.

Infatti, Per quanto riguarda l’attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza in realtà il nuovo Ispettorato esercita le attività ispettive già esercitate dal Ministero del lavoro, dall’INPS e dall’INAIL definite nell’articolo 13 del D.Lgs 81/2008. Con la creazione della nuova Agenzia che ha unificato l’attività ispettiva e quindi anche risorse umane si sono create molte problematiche come la disparità di inquadramento nei profili professionali ed il conseguente diverso trattamento economico  tra gli Ispettori del Ministero del Lavoro e quelli  INPS e INAIL; per il personale amministrativo non è prevista alcuna possibilità di avanzamento e/o di transito nel profilo della vigilanza o passaggio di ruolo; nessuna possibilità di passaggio alla carriera dirigenziale pur in presenza requisiti culturali, titoli e capacità. Altra nota dolente, al momento, per mancanza di fondi, la mancata programmazione di qualsiasi attività di formazione. Discutibile anche l’orario di lavoro che l’Ispettore deve osservare.

Poco chiaro, inoltre, il limite tra il ruolo di Ispettore addetto alla vigilanza e quello dell’Ispettore tecnico.

Insomma, un vero e proprio fallimento in termini di attività che oltretutto rischia di creare una “guerra tra poveri”.

 

A nostro parere, affinché il sistema ispettivo in particolare, ma anche quello per le politiche attive del lavoro, possa realizzarsi è urgente e non più procastinabile prendere atto della realtà e dei danni che questa riforma ha prodotto.

 

 

 

 

 

 

Si invitano, pertanto, gli organi centrali e dirigenziali a considerare quanto più volte rappresentato da questa O.S.  e ad intervenire attivamente dotando il nuovo ispettorato del lavoro di quella dote indispensabile di risorse umane, strumentali e finanziarie, “conditio si ne qua non” per far decollare il nuovo sistema tanto sbandierato e mai partito.

 

 

 

 

Il Coordinatore Nazionale

Paola Saraceni

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