Lettera al Capo Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità Cons. Dr.ssa  Gemma Tuccillo; al Direttore generale della Direzione Generale del Personale, delle Risorse e per l’attuazione dei Provvedimenti del Giudice Minorile Dott. Vincenzo Starita; al Direttore del Centro per la Giustizia Minorile per la Sicilia Dott.ssa Rosanna Antonia Gallo; al Direttore del Centro di Prima Accoglienza di Palermo Dott.ssa Amelia Pinello; al Segretario Generale S.A.P.Pe. Dott. Donato Capece

 

 

Non sono solito scrivere della Polizia Penitenziaria. Almeno non in veste sindacale. Ma quel che è accaduto con il D.P.C.M. del 17 maggio 2018, oltre che allarmarmi come dirigente di questa O.S., mi preoccupa come lavoratore.

In quella data sono state determinate le piante organiche per tutto il contingente di Polizia Penitenziaria da distribuire tra i servizi d’Italia. Ebbene è successo che, dopo diversi lustri di onorato servizio, il contingente di Polizia Penitenziaria del CPA di Palermo sia stato annesso al locale IPM, senza alcuna apparente giustificazione normativa, visto che il servizio conserva autonomia, ha una sua Direzione e rimane sede di servizio per alcune unità fin dal 1994.

Non conosco tutte le realtà d’Italia se non per sentito dire. Ma so che alcune mantengono un loro autonomo contingente di Polizia Penitenziaria. Alcune costano uno sproposito in rapporto all’impegno lavorativo, ed altre lavorano in maniera spropositata per far fronte alle quotidiane incombenze!!

Conosco, tuttavia, il CPA di Palermo.

Qui lavorano sette agenti e un Ispettore che hanno dato nel tempo molto più che il loro tempo professionale.

Gente che si è sacrificata, che si è spesa, che ha risposto a richieste dell’ultima ora, anche mie, in giornate di feste comandate, perché c’era un’esigenza e/o una particolare emergenza, senza profferire una parola di protesta o manifestare un dubbio.

Gente che non consuma straordinario, e comunque non in quantità industriali come in altri servizi dove, non solo il personale è pletorico, ma l’utenza latita.

Gente non più giovane, ma che, cionondimeno, continua a prestare servizio; con la febbre, con gli acciacchi, dopo aver subito persino lievi interventi chirurgici!

Gente che si spende nell’ausiliare altri servizi, come il locale USSM, il servizio di tutela, la portineria generale del Tribunale e chi più ne ha più ne metta.

Gente che ha fatto diventare un luogo di lavoro ben più che un semplice luogo di lavoro e si sente parte di una “famiglia”. E questo è sempre un valore aggiunto non quantificabile economicamente ma capace di fare la differenza nei momenti di emergenza.

Eppure, malgrado ciò, il 17 maggio u.s. quel DPCM sopprime il contingente del CPA e di tanti altri servizi!!!

Non ritengo sia credibile pensare che si tratti di strategie atte a ridurre i costi visto che ci sono realtà locali e nazionali intervenendo sulle quali non si arrecherebbe alcun nocumento all’utenza e si otterrebbero risparmi ben più consistenti.  Al che viene un legittimo dubbio: il dubbio che si stia smantellando scientemente la Giustizia minorile nelle sue realtà più qualificanti mutandola in una copia in piccolo del DAP, ma con numeri spropositatamente ridotti.

Detto ciò vorrei adesso segnalare quali saranno le ricadute di un eventuale interpello per il CPA di Palermo, del quale non si comprende senso e utilità o, peggio, di un contingente di Polizia Penitenziaria a chiamata e/o a rotazione in un servizio specializzato nell’intervento a favore di minori. Minori “autentici” e non adulti con più di ventuno anni “importati” dalle Case Circondariali!

Come già avvenuto in precedenti e analoghe situazioni ma dettate dall’emergenza, il personale civile del CPA, quello si davvero sparuto, dovrà assistere nelle normali e quotidiane incombenze l’unità della Polizia Penitenziaria che viene per la prima volta.

Un’unità che non saprà dov’è custodito il particolare documento, come si evade la determinata pratica, come si immatricola e si accoglie un minore indagato, che è diverso da un minore imputato o passato in giudicato. O ancora di più, da un adulto utraventunenne già ben strutturato in senso deviante.

Che non avrà la preparazione e la prontezza, data dall’esperienza, per rassicurare familiari trepidanti nell’attesa che giunga in servizio l’educatore, l’assistente sociale, lo psicologo.

Che non saprà bene chi chiamare nel caso di una crisi. Di un’urgenza sanitaria. Di un’esigenza particolare.

Tutte cose, è bene rammentarlo, che vengono svolte contemporaneamente da una sola unità e non da tante quanti sono i posti di servizio. Come succede in altre realtà!

E questo si che avrà ricadute sull’impegno specifico del personale civile che mi trovo a rappresentare.

Perciò rivolgo una viva richiesta affinché la professionalità e la sinergia che ha caratterizzato e caratterizza questo servizio non vada dissipata. Al di là della modalità che si vorrà individuare.

Certo di una saggia gestione della vicenda, l’occasione è gradita per porgere distinti saluti.

P.S. In queste ultime ore apprendo della presa di posizione del S.A.P.Pe. del Dr. Capece in ordine alla vicenda del CPA di Palermo. Mi riempie di speranza la conferma di come esista ancora del sindacalismo genuinamente interessato al buon funzionamento della macchina dello Stato unitamente alle esigenze del personale che rappresenta. Un binomio davvero raro di questi tempi!

Il Dirigente Regionale Sicilia
FSI USAE F.C.
Dott. Daniele Catalano