Il CNI ha preso atto della bozza della legge di bilancio 2021, diffusa ieri, e delle norme contenute all’art.66 (che prevedono vi sia il riconoscimento di una indennità di specificità infermieristica, quale parte del trattamento economico fondamentale,  definita in sede di contrattazione, nell’ambito del CCNL relativo al comparto sanità del triennio 2019-2021) stigmatizzando l’articolato e giudicandolo insufficiente a soddisfare le aspettative degli infermieri che, invece, dal Governo si aspettano oggi ben altro che una indennità di poco più di cento euro mensili lordi inseriti in un contesto normativo che sancisce e rimarca la collocazione degli infermieri nei livellati del comparto sanità.

“L’istituzione  di una indennità specifica per gli infermieri, anche se a prima vista può far piacere non soddisfa le rivendicazione degli infermieri che si sentono sfruttati e spremuti come limoni in un contesto organizzativo che non riconosce le proprie competenze e specificità professionali né,  tanto meno, una soddisfazione economica suppletiva di un riconoscimento giuridico e della possibilità di fare carriera. L’indennità è, ancora una volta, la risposta parziale ed insufficiente, ad un problema evidente”  dice Beatrice Mura, coordinatrice nazionale CNI che aggiunge poi: “apprezziamo la volontà di premiare gli infermieri ma noi chiediamo la riclassificazione giuridica, la possibilità di fare carriera e la dirigenza: con buona pace di politici e Ministri la risposta non può essere questa”.    

Ufficio stampa FSI-USAE